Il vescovo Giuseppe in occasione della Canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta ha ritrovato la testimonianza che la religiosa fece sulla vita nascente ai seminaristi che studiavano a Capodimonte. Era il 15 maggio 1981, tra i futuri sacerdoti presenti al teatro Ariston di Napoli c’era anche monsignor Giudice.
La Chiesa è in festa per la Canonizzazione di madre Teresa di Calcutta, proclamata santa oggi da papa Francesco. La religiosa il 15 maggio 1981 parlò di aborto e accoglienza dei figli a una platea di seminaristi riunita per l’occasione al teatro Ariston di Napoli. A quei tempi, come oggi, il tema dell’accoglienza della vita nascente era molto sentito. Di seguito le parole, appuntate dal vescovo Giuseppe, all’epoca seminarista, che la santa rivolse ai partecipanti all’incontro: «Maria con gioia si recò da Elisabetta… Si dice che un feto non capisca niente, eppure un bambino non nato ha riconosciuto la presenza di Cristo ed ha esultato nel grembo della madre. Il bambino è il dono più grande di Dio. Se una madre uccide un bambino dentro di sé, perché scandalizzarsi quando si uccide un uomo per la strada? L’aborto è assassinio. Il bambino è l’immagine di Dio, è la sua immagine da amare, accogliere e curare».
«Può una mamma dimenticarsi del suo bambino? Se anche una mamma si dimenticasse… io lo raccolgo nel palmo della mia mano, è troppo prezioso per me, lo amo troppo – disse Madre Teresa –. Per amare la famiglia dobbiamo tornare a casa, accogliere i piccoli nel suo nome. Vi dico che la gente povera non abortisce, la gente povera li lascia per strada, ma non li uccide ed io li raccolgo, per me sono persone. Milioni di aborti e nessuno porta in galera la mamma e il dottore. Mio Dio, perché? Noi dobbiamo pregare e stare insieme e nessuno sarà capace di toglierci la gioia dei più piccoli. Nessuno è più piccolo del piccolo nel seno della madre. Io prego affinché le vostre famiglie diventino famiglie di Nazareth e diventeranno tali se accetterete il respiro della vita che nasce. Andiamo da Gesù: Egli è la Via, la Verità, la Vita».