“Un viaggio breve ma molto importante che, riallacciandosi all’incontro del 2017 ad Al-Azhar, in Egitto, ha scritto una nuova pagina nella storia del dialogo tra Cristianesimo e Islam e nell’impegno di promuovere la pace nel mondo sulla base della fratellanza umana”. Così il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, ha sintetizzato il suo viaggio negli Emirati Arabi Uniti, che si è appena concluso. “Per la prima volta un Papa si è recato nella penisola arabica. E la Provvidenza ha voluto che sia stato un Papa di nome Francesco, 800 anni dopo la visita di san Francesco di Assisi al sultano al-Malik al-Kamil”, ha proseguito il Santo Padre, rivelando ai 7mila fedeli presenti in Aula Paolo VI di aver “pensato spesso a san Francesco durante questo viaggio”,
“Quel Paese è cresciuto molto negli ultimi decenni”, l’analisi del Papa: “È diventato un crocevia tra Oriente e Occidente, un’oasi multietnica e multireligiosa, e dunque un luogo adatto per promuovere la cultura dell’incontro”.
“Ho avuto l’opportunità di salutare il primo sacerdote – novantenne – che era andato lì a fondare tante comunità”, ha raccontato Francesco a braccio: “É sulla sedia a rotelle, cieco, ma il sorriso non cade dalle sue labbra, il sorriso di aver servito il Signore e di aver fatto tanto bene. Ho salutato anche un altro sacerdote novantenne – ma questo camminava e continua a lavorare. Bravo! – e tanti sacerdoti che sono lì al servizio delle comunità cristiane di rito latino, di rito siro-malabarese, siro-malankarese, di rito maronita che vengono dal Libano, dall’India, dalle Filippine e da altri Paesi”.
Oltre ai discorsi – ha fatto notare il Papa commentato il significato del momento saliente del suo viaggio apostolico negli Emirati Arabi Uniti, la firma congiunta del documento sulla fratellanza umana –
ad Abu Dhabi è stato fatto “un passo in più”:
“Io e il Grande Imam di Al-Azhar insieme affermiamo la comune vocazione di tutti gli uomini e le donne ad essere fratelli in quanto figli e figlie di Dio, condanniamo ogni forma di violenza, specialmente quella rivestita di motivazioni religiose, e ci impegniamo a diffondere nel mondo i valori autentici e la pace”.
“Questo documento sarà studiato nelle scuole e nelle università di parecchi Paesi”, ha aggiunto a braccio: “Ma anche io mi raccomando che voi lo leggiate, lo conosciate, perché dà tante spinte per andare avanti nel dialogo sulla fratellanza umana”.
“In un’epoca come la nostra, in cui è forte la tentazione di vedere in atto uno scontro tra le civiltà cristiana e quella islamica, e anche di considerare le religioni come fonti di conflitto – ha spiegato ancora Francesco – abbiamo voluto dare un ulteriore segno, chiaro e deciso, che invece è possibile incontrarsi, è possibile rispettarsi e dialogare, e che, pur nella diversità delle culture e delle tradizioni, il mondo cristiano e quello islamico apprezzano e tutelano valori comuni: la vita, la famiglia, il senso religioso, l’onore per gli anziani, l’educazione dei giovani, e altri ancora”.
“Negli Emirati Arabi Uniti vive circa un milione di cristiani, un po’ di più: lavoratori originari di vari Paesi dell’Asia”,
le parole scelte per introdurre la seconda giornata del viaggio, dedicata all’incontro con la popolazione cristiana. “Erano moltissimi!”, ha esclamato Francesco a proposito della partecipazione massiccia alla prima messa celebrata all’aperto nella penisola arabica: “Dicono che tra quanti erano dentro lo stadio, che ha capacità per 40mila, e quanti erano davanti agli schermi fuori dello stadio, si arrivava a 150mila!”. “Nella Messa, concelebrata con i patriarchi, gli arcivescovi maggiori e i vescovi presenti, “abbiamo pregato in modo particolare per la pace e la giustizia, con speciale intenzione al Medio Oriente e allo Yemen”, ha concluso il Papa.
M.Michela Nicolais (Sir)