«Siate sacerdoti misericordiosi e gioiosi», così papa Francesco ai dieci novelli presbiteri ordinati nella Basilica di San Pietro il 7 maggio 2017. Tra i nuovi ministri di Dio c’era anche un emozionato don Aniello Nappo. Il racconto di quel giorno fatto da Salvatore D’Angelo per il mensile Insieme
Il 7 maggio 2017 per don Nello Nappo e l’intera comunità diocesana resterà una data memorabile, unica e indimenticabile. Il Santo Padre, ordinando sacerdote il 28enne di Nocera Inferiore insieme ad altri nove seminaristi, ha suggellato uno «storico momento di festa vocazionale della nostra Diocesi». Monsignor Giuseppe Giudice aveva definito così, nell’invito alla Chiesa nocerino-sarnese, l’incontro con il successore di Pietro per l’ordinazione presbiterale di don Nello nella Basilica Vaticana.
Il Vescovo, insieme ad alcuni sacerdoti, tra cui don Raffaele Corrado e padre Damiano Antonino, il parroco con cui il novello sacerdote collabora a Pagani e il pastore della comunità di origine nocerina, ha accompagnato il giovane durante tutto il percorso che ha preceduto e seguito la domenica del Buon Pastore. A far festa con don Nello c’era la sua famiglia d’origine, i seminaristi, gli amici di sempre e quelli conosciuti nelle comunità parrocchiali dove finora è stato impegnato.
L’OMELIA DEL PAPA
Come sempre, l’omelia del Pontefice ha raggiunto in maniera diretta le corde del cuore e le coscienze di tutti i consacrati. «I sacerdoti – ha detto Francesco – sono stati eletti dal Signore Gesù non per fare carriera ma per fare questo servizio, non per essere signori e chierici di Stato ma pastori del popolo di Dio e, per favore, vi chiedo in nome di Cristo e della Chiesa, di essere sempre misericordiosi». Nella Messa di ordinazione nella IV domenica di Pasqua detta del “Buon pastore”, 54esima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, il Santo Padre ha più volte interrotto il discorso scritto per fare delle raccomandazioni a braccio, a partire dalla predicazione che deve essere fatta «in modo semplice come parlava il Signore che arrivava al cuore. Non pronunciate omelie troppo intellettuali, elaborate, parlate ai cuori e questa predica sarà vero nutrimento». Per il Papa la Parola deve essere accompagnata dalla testimonianza altrimenti «meglio tornare indietro. La doppia vita – ha sostenuto – è una malattia brutta nella Chiesa». Francesco ha toccato il tema della formazione: «Un presbitero che ha studiato tanta teologia e conseguito più lauree ma non ha imparato a portare la croce di Cristo non serve. Sarà un buon accademico, un bravo professore ma non un sacerdote». Dal Vicario di Cristo l’accorata richiesta di essere misericordiosi nel confessionale, di non caricare sulle spalle dei fedeli pesi superiori alle loro forze, «neppure voi potete farlo», ha precisato facendo riferimento al passo del Vangelo in cui Gesù rimprovera e chiama ipocriti i dottori della legge. Altro dovere di un buon pastore è quello di visitare gli ammalati, compito «forse noioso e doloroso» ma toccare un ammalato significa «toccare la carne di Cristo sofferente e questo vi santifica e vi avvicina a Gesù». Infine l’invito ad essere sempre «gioiosi, mai tristi, con la gioia del servizio di Cristo, anche tra le sofferenze, le incomprensioni, i propri peccati».
LE EMOZIONI DELLA GIORNATA
Per il Vescovo, l’ordinazione è stato «un momento di grazia per la nostra Chiesa diocesana». «Nelle mani imposte dal Santo Padre – ha commentato monsignor Giudice – c’erano anche le mie mani, quelle di tanti sacerdoti, di tanti sofferenti. Insieme a Pietro si è sacerdoti nella Chiesa. E Gesù continua a chiedere “mi ami tu più di costoro?”. La risposta è sempre la stessa: “Signore tu lo sai, tu lo sai che ti voglio bene”. Per dare questa risposta – ha aggiunto – c’è bisogno di tutta la preghiera della nostra Chiesa e di ognuno di noi».
«Entrando in Basilica – ha detto don Nello – ho provato immediatamente una grande emozione, che è cresciuta ancora di più poi quando insieme agli altri ordinandi abbiamo incontrato il Papa». Il novello sacerdote racconta anche una raccomandazione inedita di Francesco: «In sacrestia ci ha raccomandato di vivere bene la celebrazione e di stare attenti ai gesti che poi sono stati compiuti durante il rito».
Tra i momenti più intensi vissuti durante la Messa a San Pietro don Nello ricorda la prostrazione alla litania dei santi, l’imposizione delle mani, la vestizione e l’abbraccio di pace. Al 7 maggio il 28enne presbitero nocerino c’è arrivato passando per la Terra Santa, un viaggio di preparazione compiuto con la comunità parrocchiale di San Francesco di Paola e Santa Maria delle Grazie a Pagani, dove collabora con il parroco don Raffaele Corrado.
«Pregando sui luoghi di Gesù – ha raccontato – ho potuto prepararmi al meglio, soprattutto dal punto di vista spirituale, a questo evento di grazia». La festa per l’ordinazione è continuata anche l’8 maggio, con la prima Messa nella concattedrale di Sarno: «Anche quello è stato un momento bello ed emozionante. Paterna è stata la presenza del Vescovo e di tanti sacerdoti, dei diaconi e dei seminaristi. Certamente il momento più forte è stato quello della consacrazione».
Una Celebrazione che è sfociata nell’abbraccio gioioso di quanti hanno atteso il momento sarnese perché impossibilitati ad essere in Vaticano il giorno precedente. Una gioia proseguita il 9 maggio, durante la processione di san Prisco, patrono della Diocesi e della Città di Nocera Inferiore, quando durante la processione tantissime persone che avevano seguito la diretta televisiva della Messa papale hanno approfittato per abbracciare don Nello.
Salvatore D’Angelo