La devozione alla Materdomini non si ferma nonostante il coronavirus. Nel santuario di Nocera Superiore la novena e la festa dell’Assunta saranno vissuti in maniera speciale e adeguata al tempo che stiamo vivendo.
di Salvatore D’Angelo
Quest’anno sarà diverso. Per secoli, in occasione dell’Assunta, migliaia di persone si sono riversate verso il santuario di Nocera Superiore attratti dalla Materdomini. La devozione non si è fermata davanti a guerre e carestie. La pandemia scatenata dal Sars Cov-2, in particolare le disposizioni in materia di distanziamento e contenimento del contagio, potrebbe invece incidere fortemente.
Tuttavia, l’emergenza non potrà fermare l’attaccamento dei devoti che, anche se solo spiritualmente, con il loro cuore nelle notti della novena si incammineranno per onorare Maria. I Frati minori a cui è affidata la custodia della basilica stanno organizzando al meglio le celebrazioni. Padre Valerio Molinaro, superiore della comunità religiosa, ha spiegato: «Nel rispetto delle norme, confermiamo l’appuntamento con la novena che si terrà alle ore 5.00 e alle ore 19.00. Come sempre saremo pronti ad accogliere i devoti della Materdomini».
Un legame che fonda le sue radici nei secoli. Nel 2041 ricorrerà, infatti, il millenario del ritrovamento della prodigiosa immagine della Madre di Dio avvenuto nel 1041. Conservata tra due lastre di marmo, la tradizione narra che l’icona fu trovata sottoterra all’ombra di una quercia da una contadina, conosciuta col nome di Caramari. Successivamente al ritrovamento ebbe il titolo di Mater Domini, cioè, Madre del Signore. La devozione per la Vergine bruna crebbe rapidamente, portando nel giro di pochi anni alla realizzazione di un primo edificio sacro che fu dedicato alla Mater Domini da papa Niccolò II il 1º maggio del 1061.
Attualmente la sacra icona è conservata in un armonioso tempietto di porfido e di marmi policromi, risalente al 1641. La struttura è collocata a metà della navata centrale della splendida basilica in stile neoclassico. La sontuosità dello stile neoclassico acquista maggior pregio per la dovizia di dipinti, stucchi dorati e marmi finemente lavorati che arricchiscono l’aula liturgica.
Nei secoli la custodia del santuario è stata affidata a numerosi ordini religiosi. Inizialmente ci furono i Frati umiliati, detti Preti bianchi, ai quali nel 1631 subentrarono i Monaci basiliani che lasciarono nel 1829 la cura del luogo sacro ai Frati minori.
Le tradizioni
La tradizione vuole che nell’ultimo giorno della novena per l’Assunta i fedeli si rechino in processione al santuario accompagnati da carri con l’effige mariana. La sera del 14 agosto alla preghiera si abbina la consumazione di un tipico panino imbottito con melanzane e alici sotto sale. Il tutto è accompagnato da canti popolari. Il santuario è epicentro di un’altra tradizione: la Festa del Majo. Il Primo maggio, in memoria della consacrazione del tempio alla Mater Domini avvenuta nel 1061, due cortei di figuranti provenienti da Roccapiemonte e Nocera Superiore si ritrovano per chiedere la benedizione dei futuri raccolti.