Storia di una vocazione

Don Fabio Senatore al Triduo pasquale con papa Francesco (foto di repertorio)

Il percorso vocazionale di Fabio Senatore, che domani sarà ordinato diacono. L’intervista è tratta dal numero di settembre di Insieme.

di Antonietta Abete

Per Insieme Fabio Senatore ha scritto 27 articoli che conserva con cura, nel primo racconta l’esperienza della Confermazione, sacramento che ha ricevuto nel 2008 insieme ad altri 34 ragazzi della sua parrocchia, la comunità Maria SS. di Costantinopoli di Nocera Superiore.

Quella tappa segna l’inizio del suo cammino di fede, racchiude in sé il germe della futura vocazione sacerdotale che troverà il primo sigillo nel diaconato che il giovane riceverà, il prossimo 26 settembre, dalle mani di mons. Giuseppe Giudice nella Basilica di Sant’Alfonso a Pagani.

Il cammino.

Classe 1987, durante l’adolescenza Fabio smette di frequentare la parrocchia e, terminato il liceo scientifico, si iscrive alla facoltà di Medicina presso l’Università di Salerno.

Poi accade un episodio, apparentemente senza importanza. È il 2008 – il giovane ha 21 anni – quando suo fratello Michele decide di seguire il corso di Cresima insieme alla fidanzata. Fabio decide di unirsi a loro: «Desideravo riavvicinarmi alla parrocchia – racconta –, ero affascinato da quello che vedevo dall’esterno: tanti giovani e la figura di don Roberto che riusciva a coinvolgerli in numerose iniziative (si tratta di don Farruggio, a cui in quegli anni era affidata la comunità, nda). Ma sono sempre stato riservato – aggiunge – e non sapevo come fare».

Alla timidezza si associa un particolare stato emotivo con cui fa i conti in quel periodo: è al terzo anno di Medicina, eppure avverte una sorta di vuoto interiore, un’insoddisfazione a cui non riesce a dare un nome. Sono i primi segni del passaggio di Dio nella sua vita ma il giovane non ha ancora gli strumenti per riconoscerli.

Durante la preparazione per ricevere il sacramento della Cresima, si innamora della Parola di Dio. «Non vedevo l’ora che arrivasse la domenica pomeriggio per seguire il corso e partecipare alla Celebrazione Eucaristica – ricorda –. Ero a digiuno di tutto, non sapevo di poter meditare la Parola a casa e neppure che la Messa si celebra tutti i giorni!». Sorride. E così si aggrappa a quell’appuntamento, perché è l’unico momento in cui quel vuoto interiore si placa.

«Il giorno della Cresima – è il 3 aprile del 2008 – è stato uno dei più belli della mia vita: il Battesimo del fuoco». Ricorda ancora un passaggio dell’omelia di mons. Gioacchino Illiano, il Pastore scomparso lo scorso 6 febbraio che, fino agli inizi del 2011, è stato vescovo della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno. «Questo non è un punto di arrivo ma di partenza, da questo momento siete testimoni di Cristo» disse il presule. «Per me è stato proprio così», aggiunge il giovane seminarista.

Il ritorno in parrocchia

Qualche giorno dopo, Fabio torna a casa dalla palestra e la mamma gli dice che don Roberto lo ha cercato. «Mi sembrò strano, non avevamo alcuna confidenza» dice. Lo richiama e il sacerdote gli chiede di scrivere un articolo sull’esperienza della Confermazione per la nostra rivista. Insieme entra così in questa storia vocazionale. Le parole scelte fanno capire al sacerdote che il giovane ha vissuto la Cresima con grande profondità spirituale.

Lo invita in parrocchia. «Pian piano mi sono inserito nel cammino comunitario, prima con i giovani di Azione Cattolica e poi come educatore dei giovanissimi».

La chiamata

Chiedo a Fabio quando ha capito che il Signore lo chiamava a consegnargli tutta la sua vita. Mi spiega che non c’è stato un momento preciso, “è stato più un costruire una certezza piano piano”.

Poco alla volta gli impegni parrocchiali, nei quali mette tanta energia e passione, lo assorbono sempre più. All’Università, insieme ai libri di medicina, porta la Guida di Azione Cattolica per Giovanissimi; a casa, sotto il libro di fisiologia nasconde quello di Benedetto XVI.

I segni non mancano

Fabio è finalmente sereno, da ragazzo timido e riservato si ritrova circondato da tante persone che lo cercano e gli chiedono consigli e dritte spirituali. Scopre carismi che non pensava di avere e, in pochi anni, la sua vita cambia completamente. Anche la mamma se ne accorge, intuisce che nel cuore del figlio c’è un palpito nuovo ma quando cerca di intavolare il discorso, Fabio dribbla.

Dopo 7 anni si arrende

«Ero stanco di quella ipocrisia», racconta. Gli impegni che vive in parrocchia sono “quello per cui è portato e lo rendono
veramente felice”. Non può continuare ad occuparsi dei giovani se non ha il coraggio di scommettere tutta la sua vita sulla fede. Quegli incontri diversamente non avrebbero senso, si tramuterebbero in una finzione, un modo per riempire le serate mentre la vita vera corre su altri binari. «Questa è stata la molla che mi ha fatto scattare».

Di nuovo Fabio sceglie di essere testimone credibile del Suo amore. Lo dice prima a don Roberto Farruggio, che negli anni aveva prima vegliato in silenzio sullo sbocciare di questa vocazione e poi l’aveva accompagnata con premura e discrezione, subito dopo alla famiglia. «A noi importa solo della tua felicità» risponde il papà Giovanni. Fabio si ferma commosso, poi aggiunge: «Sono fortunato».

A settembre del 2014 entra nel seminario di Napoli, dove vive un percorso di formazione segnato da grande serenità e apertura che è terminato lo scorso 10 luglio con il conseguimento del baccellierato in Teologia.

L’ordinazione diaconale

Il prossimo 26 settembre Fabio sarà ordinato diacono dal vescovo Giuseppe che ha accompagnato tutto il suo cammino, nella Basilica di Sant’Alfonso a Pagani. «Non vedo l’ora – confessa –, aspetto con tutto il cuore il momento della prostrazione, voglio consegnare a Dio tutto quello che ho vissuto finora e tutte le mie fragilità. Sento di non avere nessun tipo di capacità, ma se il Signore mi ha fatto arrivare fin qui, per strade che mai avrei immaginato, basterà affidarmi completamente nelle sue mani».

Auguri Fabio, continua ad essere testimone credibile del Suo amore. Noi preghiamo per te.

 

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