La Lettera Samaritanus bonus afferma con decisione il no della Chiesa ad ogni pratica eutanasica, abortista ed eugenetica. L’editoriale di Giovanna Abbagnara, direttore responsabile di Punto Famiglia.
di Giovanna Abbagnara*
Samaritanus bonus, la Lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede firmata nella Memoria di san Camillo de Lellis, afferma con decisione il no della Chiesa ad ogni pratica eutanasica, abortista ed eugenetica. Un testo pieno di compassione e amore verso i più deboli e con un invito preciso ai cattolici di essere “comunità sanante”, uno spazio dove l’amore lenisce le ferite, apre i cuori, fa uscire dalla solitudine per andare incontro ai più deboli e vulnerabili.
Molti sono gli assunti che vale la pena leggere e meditare. Tra questi: il valore della sofferenza e la necessità di prendersi cura con amore secondo un’espressione celebre di san Giovanni Paolo II: “guarire se possibile, avere cura sempre”. Con parole chiare e precise, la Lettera ribadisce come insegnamento definitivo che “l’eutanasia è un crimine contro la vita umana”.
Il documento offre inoltre criteri precisi per il discernimento pastorale verso chi chiede l’eutanasia o il suicidio assistito negando “la recezione dei sacramenti della Penitenza, con l’assoluzione, e dell’Unzione, così come del Viatico. Potrà ricevere tali sacramenti nel momento in cui la sua disposizione a compiere dei passi concreti permetta al ministro di concludere che il penitente ha modifcato la sua decisione”.
Sembra un passaggio duro ma in realtà la Lettera non fa che ribadire a chiare lettere il Magistero della Chiesa e la verità sull’uomo. Prassi pastorale e dottrina sono chiamati a camminare insieme. Assistiamo a troppi strappi su questo fronte. È ora che ci sia maggiore compattezza interna così come auspica lo stesso cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer, prefetto della suddetta Congregazione: “La compassione che non è accompagnata dalla verità del rispetto della vita umana in ogni fase non è retta”.
*Direttore responsabile Punto Famiglia