La storia del runner nocerino che divide le sue giornate tra il lavoro alla Nocera Multiservizi, gli allenamenti e la famiglia.
di Danilo Sorrentino
«Oggi ho corso solo per un’ora e venti minuti, solitamente arrivo anche a due». Lo dice quasi sottovoce, senza sapere che
è comunque tanto. Tantissimo. Pasquale Iapicco si allena come un professionista (perché tale è, visto l’impegno e il palmares). Lo fa tutti i giorni con grossa dedizione verso l’atletica, sport che ammette di aver “conosciuto troppo tardi”.
Il 52enne di Nocera Inferiore, trapiantato a Castel San Giorgio, ha cominciato ad avvicinarsi all’atletica meno di venti anni fa. La costanza, però, gli ha permesso di bruciare le tappe – è proprio il caso di dirlo – e portare a casa ben cinque titoli italiani (due 5000m, una 10mila, una mezza maratona e una maratona) e un titolo europeo.
«Gli addetti ai lavori mi dicono che se avessi iniziato da ragazzino avrei potuto vincere di più. Questa loro consapevolezza viene dal fatto che i miei tempi, nonostante la mia età, sono ancora competitivi», racconta il mezzofondista.
Da tre anni lo segue la società Asd Caivano Runners, del patron Pasquale Ummarino, del presidente Luigi Celiento e dell’allenatore Luigi Pastore, che in passato è stato un atleta di livello internazionale: «Mi coccolano come se fossi un figlio, mi fanno stare bene». Perché lo sport fortifca anche le relazioni e aiuta a vivere apprezzando ogni momento.
Già prima di correre sapevo cosa fossero i sacrifici
Lo spirito di sacrificio e la sofferenza per determinati allenamenti hanno forgiato ancor di più Pasquale, che deve conciliare la sua passione con il lavoro. È infatti dipendente della Nocera Multiservizi, società municipalizzata del Comune di Nocera Inferiore: «Sono un operatore ecologico, mi sveglio tutte le mattine alle 4, a mezzogiorno fnisce il mio turno e nel pomeriggio mi dedico all’atletica. Già prima di correre – ammette Iapicco – sapevo cosa fossero i sacrifici, lo sport mi ha aiutato a viverli meglio».
Insieme ai compagni di allenamento si è ingegnato, in questo periodo di chiusure e restrizioni, per allenarsi vicino casa: «Ci alleniamo quasi sempre in gruppo perché ci si aiuta, insieme si riescono a fare cose che da soli non si potrebbe fare, come nella vita. Abbiamo creato un percorso a Roccapiemonte e ora ci stiamo allenando lì».
Lo sport è una questione di famiglia, la velocità – probabilmente – è nel DNA dei Iapicco: «In passato mio zio e mio cugino hanno giocato a calcio e mi dicono fossero molto veloci. Idem mio fglio Vincenzo che attualmente gioca in Eccellenza. Mia fglia, invece, aveva cominciato con me quando era piccola, lei vinceva le gare under, poi però ha smesso all’età in cui si dovrebbe cominciare. C’è bisogno di essere predisposti per ogni cosa che si sceglie di fare». Nello sport, come nella vita.