Un uomo, uno scrittore che si libera dell’immagine costruita negli anni e si mostra per ciò che è. Impressioni, considerazioni affidate ad un sito web, rilasciando un’intervista. È sicuramente una scrittura autobiografica, o almeno lo è gran parte della narrazione, quella che ci svela l’uomo conosciuto come Eshkol Nevo, acclamato autore israeliano.
Nel libro incontriamo fin da subito una persona in crisi perché la propria vita ha imboccato sentieri troppo stretti e, spesso, invece di trovare una soluzione, cerca scappatoie, palliativi che trascinano ancora più giù. Nevo non solo racconta il suo blocco da scrittore, narra della crisi matrimoniale, del difficile rapporto con la figlia lontana da casa, della grave malattia di un caro amico. Situazioni comuni da cui neanche più la scrittura lo mette al sicuro. Quell’arte che tante volte lo ha tenuto a galla, al di sopra dei problemi, che lo ha salvato in tante situazioni, che lo ha portato alla fama, alla ricchezza e al benessere, non c’è più. Ora c’è aridità. Tutto sembra annegare. Non ci sono appigli. Pagine nude e crude di vita comune.
La letteratura, i suoi personaggi, sono un monito. Mostrano aspetti reali della vita in cui ci identifichiamo, a cui ci aggrappiamo cercando la strada per risolvere i problemi quotidiani.
D’altronde fin dagli albori lo scopo della letteratura è stato educativo. Basti pensare alla tragedia greca o alla stessa Divina Commedia, in cui Dante cercava di salvare gli uomini mostrando le punizioni e il tormento per i peccati commessi.
Un libro intenso e coinvolgente che mostra l’anima di uno scrittore e dimostra come la lettura sia vicina al vivere comune, un mezzo di riflessione su tanti problemi e situazioni che spesso sembrano insormontabili. Anna Senatore