In Burkina Faso con don Andrea Annunziata continua. Il sacerdote racconta il sesto giorno del suo viaggio missionario. Lo stress del lunedì mattina, l’incontro con il Vescovo di Koupela, la conoscenza con un sacerdote polacco.
Il lunedì, è lunedì mattina anche qui a Koupela. Domenica siamo stati svegli fino a tardi. Io, Francesco e Giovanni abbiamo condiviso tante idee, problemi e soprattutto abbiamo cercato soluzioni. Siamo partiti dai problemi tecnico/pratici che stiamo tentando di risolvere e siamo andati a finire ai problemi personali, spirituali che in qualche modo ciascuno di noi si porta dentro.
Ci vuole tempo, tanto tempo per raccontarsi, per condividere una parte di te che tante volte non dici nemmeno a te stesso. In questo l’Africa aiuta. Ma resta comunque complicato.
Ma stavamo parlando di lunedì mattina, quando con calma sono sceso per colazione e subito ho trovato l’elenco delle cose che mi erano state assegnate. Prima in lista la sistemazione della fotocopiatrice. Come è bello da noi chiamare il tecnico e risolvere i problemi: qui è tutto più complicato!
L’incontro con il Vescovo
Nel pomeriggio un altro incontro importante: siamo stati invitati dal Vescovo. Per noi il Vescovo non è semplicemente una persona importante, il Vescovo porta in sé una serie di significati che nemmeno forse abbiamo compreso fino in fondo. Abbiamo incontrato mons. Gabriel Sayaogo. Lo avevo conosciuto già alcuni anni fa quando gli facemmo visita nella diocesi di Mangà. Persona straordinaria, attualmente è Arcivescovo di Koupela e Amministratore di Mangà, due diocesi a 4 ore di macchina di distanza.
Siamo stati con lui mezz’oretta, per nostra fortuna parla italiano. Ci ha raccontato delle sue Diocesi e delle tante differenza che le contraddistinguono. Mi è venuto in mente quante volte ho sentito parlare dell’Africa come fosse Cicalesi. Mons. Gabriel ci ha raccontato come nella diocesi di Manga si parlano 10 lingue diverse, talmente diverse che anche lui, nativo di lì, non conosce più di qualche parola delle altre nove. Beh! In effetti anche a Cicalesi si parlano tante lingue.
A Lui ho portato i saluti del nostro Vescovo Giuseppe. Noi non andiamo da soli, noi non agiamo da soli, noi in comunione col Vescovo siamo la Chiesa e la Chiesa che agisce è Cristo che agisce. Se andassi da solo, agirei io e io non sono nessuno. Per chi ha fede è questo che cambia tutto.
Grazie Vescovo Giuseppe che mi hai mandato in missione, grazie per la benedizione che mi hai dato, oggi due Chiese sorelle si sono incontrate e quando l’una aiuta l’altra nella Comunione, avvengono i miracoli.
La Messa con padre Jan
Tutti i giorni celebriamo la Messa, ma questa sera tornati all’Oasi abbiamo celebrato all’aperto e il tono della celebrazione era un po’ malinconico. La comunità residente ha salutato padre Jan, sacerdote polacco che da diversi anni è parte integrante della Fraternità di Emmaus. È qui da ottobre e per alcuni mesi torna nella sua terra per poi, probabilmente, tornare nuovamente all’Oasi Santa Teresa.
Lo avevo già conosciuto, ma in questi giorni ho avuto la possibilità di poter scambiare con lui qualche parola in più. Già il fatto che anche a lui piace la tecnologia subito ci ha fatto sintonizzare sulla stessa lunghezza d’onda. Avere una passione comune apre tante porte, apre tante orecchie e scioglie tante lingue. Parliamo lingue tanto diverse, ma una passione in comune ti fa scoprire il meglio dell’altro.
Abbiamo avuto poco tempo, ma ci siamo dati appuntamento per la prossima occasione. Mi ha invitato a visitare l’Est della Polonia, la sua terra natìa. Chi mi conosce, sa cosa gli ho risposto!
Don Andrea