Oggi, 26 febbraio, celebriamo la festa di San Porfirio di Gaza, Vescovo vissuto nel IV secolo.
La sua vita fu scritta dal discepolo Marco, di professione calligrafo e suo contemporaneo, qualche anno dopo la morte di Porfirio. Il santo di oggi nacque da una famiglia agiata a nel 347 a Tessalonica, antico nome di Salonicco in Grecia. A 31 anni abbracciò la vita monastico e si trasferì in Egitto. Cinque anni più tardi si spostò in Palestina, in una grotta, dove visse vicino al fiume Giordano.
L’estenuante regime di austerità a cui si sottoponeva gli causò seri problemi di salute, a tal punto da doversi far accompagnare per visitare i luoghi santi di Gerusalemme. In questa occasione conobbe il discepolo Marco, che cominciò così ad assisterlo.
La guarigione
Dopo la visita al Calvario, Porfirio guarì. Decise di distribuire tutti i suoi beni, non soltanto a Gerusalemme e ai villaggi vicini, ma anche ai monasteri dell’Egitto. Rimasto povero, si dedicò all’attività di ciabattino per sopravvivere.
Aveva 45 quando il Vescovo di Gerusalemme Giovanni, avendo sentito parlare di lui, decise di ordinarlo sacerdote, affidandogli la custodia delle reliquie della Santa Croce di Cristo. Dopo la morte di Eneo, Vescovo di Gaza, fu chiamato a succedergli.
Porfirio comincia a operare miracoli e si diffonde presto la sua fama di Vescovo taumaturgo. Salvò tre bambini, che furono ripescati sani e salvi da un pozzo.
Si addormentò nel Signore a 73 anni d’età, dopo quasi 25 anni di episcopato. Porfirio è considerato il Patrono di Gaza.