Il calcettista Salvatore Attianese è uscito dal tunnel della cocaina grazie al sostegno della sua squadra di calcio, all’amore per sua figlia e per Rossella, che ha sposato lo scorso 28 gennaio.
Nell’anno in cui il mondo è piombato in un tunnel lunghissimo di cui non si intravede – per ora – la fine, c’è qualcuno che nel 2020 ha ritrovato la luce mettendo la testa fuori dall’oscura galleria in cui era entrato tempo fa. È la storia di Salvatore Attianese, un giovane calcettista di Pagani che negli ultimi mesi ha ritrovato la luce. Un percorso fatto d’amore, in primis quello della sua Rossella Pannullo, conosciuta proprio in questo particolare 2020 e che è diventata sua moglie lo scorso 28 gennaio. Salvatore ha ritrovato, finché le restrizioni lo hanno permesso, anche il campo di gioco, quello del calcio a 5, sua grande passione, e la maglietta dell’Atletico Vitalica. Una squadra, la sua, a cui deve tanto. Grazie alla società con sede a Sarno e che milita in serie C2 è riuscito a mettersi alle spalle un brutto nemico: la droga.
La tossicodipendenza
«Due anni fa sono entrato nel baratro della tossicodipendenza. Dopo uno sfogo con il vice presidente Mario Marra ho deciso di raccontare tutto. Con il suo aiuto, quello dell’intera società con a capo il presidente Nello Gaito, che mi aveva accolto come un figlio, e la dirigente accompagnatrice Filomena Sale, ho svelato tutto anche ai miei compagni di squadra. Non potevo più nascondermi. Grazie anche alla forza che tutti loro mi hanno trasmesso e all’incoraggiamento che ho ricevuto quotidianamente, ho deciso di curarmi presso una comunità terapeutica».
Il percorso in comunità
Il cammino non è stato facile, il percorso nella comunità “Maria Fanelli” è durato circa un anno. In questo tempo Salvatore ha lottato contro le sue debolezze e le tentazioni con il pensiero di voler tornare presto a casa per riabbracciare la figlia: «Mi mancava tanto, l’ho fatto per lei oltre che per i miei familiari e l’Atletico Vitalica». A fare da collante tra società, squadra e Salvatore, nel periodo di terapia, è stato il vice presidente Marra.
Un nuovo “papà”
Il legame nel periodo di sofferenza tra i due è cresciuto al punto tale che Salvatore ama ora chiamarlo affettuosamente “papà”, visto che il suo è scomparso diversi anni fa. E Mario, stimato regista di Telenuova, lo ha accompagnato non solo durante il percorso per uscire dalla tossicodipendenza e di nuovo sul campo di calcio, ma anche nel giorno più importante della sua vita. Lui e la moglie Patrizia Sereno sono stati i testimoni di nozze durante la cerimonia civile tenutasi a Palazzo San Carlo a Pagani.
«La rinascita di Salvatore è la nostra vittoria più grande – ha detto il vice presidente dell’Atletico Vitalica, una “famiglia” più che una squadra di calcio –, Salvatore mi ha dato forza e mi ha ricordato cosa conta davvero». Perché è proprio vero, come ama ricordare il giovane paganese, che «l’importante, quando si cade, è sapersi rialzare e fare di tutto per non ricadere». Se si è in coppia o, meglio ancora, in squadra, è più difficile inciampare di nuovo.
Danilo Sorrentino