Le società sportive amatoriali dell’Agro lanciano l’allarme: “Non vi dimenticate della pallavolo”. Molte realtà sono in ginocchio a causa della pandemia e non solo. Tante fanno i conti con strutture inadeguate.
Uno sport da femmine?
Tendiamo spesso ad assegnare ancora un’etichetta di genere a molti sport. Succede, quindi, che il calcio sia uno sport “da maschi”, mentre ad esempio la pallavolo “da femmine”. Si tratta di stereotipi piuttosto fragili, appartengono ad un retaggio del passato che – negli ultimi anni – cozzano con la realtà dei fatti. Lo sport è “emancipazione” e non c’è nulla di male a dire che il volley è una disciplina a prevalenza femminile. Ma lo è diventato solo dopo gli anni Ottanta, con le regioni del Nord a “tirare la volata”. Il Sud ha seguito il vento del cambiamento con qualche anno di ritardo, quando anche nel Meridione sono cominciate a nascere le prime società amatoriali-dilettantistiche. E non è un caso che a capo di molte di queste ci siano delle donne.
L’esperienza dell’ASD Sporting Agro Pallavolo
A Pagani, ad esempio, città in cui il volley è stato sempre uno sport molto praticato grazie alla spinta dei compianti “Gino&Gina”, che hanno lasciato in eredità uno stuolo di bravi pallavolisti, negli anni sono sorte diverse realtà.
Al momento, l’ASD Sporting Agro Pallavolo, la cui presidente è Sara Feccia, è quella che conta il maggior numero di iscritti. Circa un centinaio di atleti, di tutte le età, a partire dai sei anni. Una società che aspetta tempi migliori (leggi, miglioramento della situazione pandemica) per ritornare ad allenarsi, dato che per questa stagione non è stato possibile iniziare i vari campionati. Un’opportunità persa per i tanti ragazzi che gravitano attorno a questa realtà.
La chiusura della News Volley di Nocera Inferiore
Molte altre hanno invece dovuto chiudere i battenti causa Covid, e non solo. È il caso della New Volley Nocera che, dalla fine del primo lockdown, è stata l’unica realtà esistente sul territorio nocerino a non poter tornare alla propria quotidianità, fatta di allenamenti, partite e passione per questo sport. Uno stop che ha fermato circa 150 fra ragazzi e tecnici, per questioni non soltanto legate al coronavirus.
Strutture inadeguate per allenarsi
C’è anche il problema delle strutture, visto che molto spesso tali società vengono ospitate dalle diverse scuole del territorio. E che, in periodo di Covid, non hanno dato il loro assenso.
«Non vogliamo essere dimenticati – il grido della presidente della società, Valeria Ferrante –. Speriamo di trovare presto una casa e che le istituzioni possano intervenire per rendere agibili strutture adatte ad ospitarci e che in questo momento non hanno la giusta manutenzione». Un problema, purtroppo, dilagante in molti comuni del nostro Agro nocerino-sarnese.
Danilo Sorrentino