Rosanna Di Giaimo, nella sua rubrica Ricreazione, scrive al ministro Patrizio Bianchi. Bene investire nella digitalizzazione, ma non si dimentichino gli studia humanitatis.
Egregio signor Ministro,
appresa la notizia dellasua nomina alla guida deldicastero dell’Istruzione, ci siamo prontamente documentati sulla suastoria di accademico e dipolitico. Formazione postlauream in Gran Bretagna, docente di Economiaall’Università degli Studidi Ferrara, e poi rettore dell’Ateneo, direttorescientifico dell’Ifab (Fondazione Internazionale Big Data e IntelligenzaArtificiale per lo sviluppoumano) e tante pubblicazioni, alcune delle qualisulla scuola. Insomma, unministro di alto profilo alpasso coi tempi.
Scuola, il perno dello sviluppo del Paese
La sua attività politica, inoltre, come assessore all’Istruzione della Regione Emilia Romagna, ci rassicura sul fatto che lei non è sconosciuto al mondo scolastico. Perciò ci sono tutte le premesse per un proficuo e felice corso. E qualcosa è trapelata anche da alcune interviste giornalistiche. Lei ha affermato che il punto principale è ripristinare l’idea che la scuola è il perno dello sviluppo del Paese. Ma, purtroppo, l’Italia ha investito poco. Addirittura, ha sottolineato come negli anni 2009-12 siano stati operati drastici tagli proprio quando avveniva il salto tecnologico con la prima digitalizzazione e quando l’Europa, invece, investiva nell’istruzione.
Signor Ministro, non dimentichi gli studia humanitatis
E allora, è il suo auspicio, bisogna recuperare attraverso un significativo piano di interventi rivolto alla formazione professionale.
Signor Ministro, queste poche battute rivelano un programma di tutto rispetto. Dal canto nostro, gentile professor Patrizio Bianchi, nell’augurarle di cuore un buon lavoro, le chiediamo di valorizzare anche la formazione umanistica. Gli studia humanitatis sono la lente attraverso cui i nostri scolari tutti, dalla scuola dell’infanzia ai licei e agli istituti tecnici e professionali, guardano al mondo!