Qual è la funzione di un Museo diocesano? Come può essere vissuta una visita in luogo di arte, fede e cultura? Un interessante contributo di Salvatore Alfano, direttore del Museo diocesano “San Prisco”.
Soffermiamoci sulle finalità e la natura del Museo diocesano. La sua funzione è principalmente rivolta alla comunità locale dalla quale attinge la gran parte dei manufatti esposti, spesso non più in uso abituale, al fine di custodirli per evitarne la dispersione.
Poiché sono luoghi della conservazione di oggetti “nati a servizio del culto” e, in generale, della “missione della Chiesa”, essi rientrano a pieno titolo nel contesto degli istituti pastorali.
Interagiscono con le Chiese particolari, garantendo ad esse, dove necessario e per diverse finalità (liturgiche, culturali o sociali), la restituzione temporanea dei beni di cui, nella maggior parte dei casi, continuano a possedere la proprietà giuridica.
Un progetto di conoscenza e comprensione del passato
La proposta di queste istituzioni è quella di offrire al territorio un progetto di conoscenza e comprensione del passato con il fine di poter leggere meglio anche il presente. Da questo punto di vista sono anche luoghi di aggregazione e di crescita culturale ed ecclesiale.
Il Museo diocesano è uno spazio dove fare memoria attraverso gli oggetti di culto presentati non solo come reperti di valore storico e artistico ma soprattutto, cosa che ne rende più complessa e interessante la fruizione, come espressioni di fede.
Con un giusto approccio, la visita ad un museo di questo tipo consente diversi piani di lettura. In estrema sintesi possiamo dire che tutto questo porta ad una duplice finalità: da un lato, l’azione di custodia e lo studio dei beni culturali che è, in ultima analisi, salvaguardia del senso stesso della storia ecclesiale di una comunità e, dall’altro lato, l’azione di confronto e stimolo reciproco con il territorio di riferimento.
I manufatti conservati nei musei diocesani fanno riferimento al contesto culturale cristiano, ne sono espressione piena e in essi è riconoscibile, ad occhi attenti e cuori aperti, sia una dimensione di bellezza tangibile, misurabile, infusa dall’uomo grazie alla sua abilità di modellare la materia, sia una profonda dimensione spirituale che deriva non solo dalla condizione formale dell’oggetto ma dalla sua storia, dal suo utilizzo nel contesto della fede di un popolo.
Salvatore Alfano