L’editoriale del numero di Insieme in distribuzione: il direttore Salvatore D’Angelo riflette sulla misura dell’assegno unico per contrastare l’inverno demografico.
Una misura universale che può cambiare radicalmente le sorti del Paese. Un “debito buono” è stato definito, perché serve a sostenere i figli e, a loro volta, le famiglie. Parliamo dell’assegno unico per il figlio. L’ha voluto e votato tutto l’arco parlamentare, che probabilmente ha cominciato a rendersi conto del disastro demografico che vive l’Italia. Una rotta difficile da invertire in tempi brevi.
I dati Istat: è inverno demografico
I numeri sono impietosi nella loro chiarezza. Nel 2020 le nascite sono state appena 400 mila, come comunicato dall’Istat. È il nuovo record minimo storico dall’unità d’Italia. A destabilizzare è il record negativo del saldo tra nati vivi e morti: 300 mila persone in meno. Nemmeno nel 1917, nel pieno della Grande Guerra, si era raggiunta una simile soglia. Solo nel 1918 è stato peggio, ma in quell’anno il nostro Paese era stretto nella morsa della Prima guerra mondiale da un lato e dell’influenza spagnola dall’altro. È la colpa non può essere data al Covid. Il 2020 è stato il dodicesimo anno consecutivo di calo di nascite. Un dato in linea con la curva di decrescita della natalità cominciato dodici anni fa.
Quali politiche familiari?
Di culle vuote se ne contano a migliaia da troppo tempo, conseguenza di politiche familiari inesistenti e inefficaci. L’assegno unico non è sicuramente la panacea a tutti i mali, ma può essere un punto di partenza. Anche perché il mondo del lavoro è in continuo mutamento, dai sostegni finora in atto in molti ne erano esclusi, in particolare le cosiddette Partite IVA. Non sarà più così.
Si potrà scrivere il primo capitolo di una nuova primavera che tragga forza anche dagli insegnamenti che la pandemia ci sta quotidianamente dando. L’assegno unico familiare «arriva il primo luglio, 250 euro al mese con una maggiorazione per i disabili», ha affermato il presidente del Consiglio Mario Draghi. Le famiglie ci contano.