I coniugi Gambardella e Galasso, con i loro figli, sono i nuovi responsabili dell’ufficio diocesano che si occupa delle famiglie e degli adulti. Un incarico significativo nell’anno dell’Amoris Laetitia.
Due famiglie alla guida della pastorale familiare diocesana nell’anno che papa Francesco dedica all’approfondimento dell’Amoris Laetitia. Una scelta quanto mai profetica quella compiuta dal vescovo mons. Giuseppe Giudice, il quale ha voluto che ad affiancarlo nella pastorale degli adulti e delle famiglie fossero i coniugi Luciano e Mena Gambardella, Francesco e Marina Galasso.
La gioia delle famiglie Galasso e Gambardella
«Ricevere questo incarico in un anno come questo ha il “peso” della risposta alla volontà di Dio! O meglio la gioia della sequela. Ancor di più l’esortazione di papa Francesco ci indica la rotta da seguire: la gioia dell’Amore», hanno commentato i Galasso. «La nostra Diocesi, come presbiteri e laici – commentano i Gambardella –, è una grande “famiglia di famiglie” e noi desideriamo servire nella reciprocità vocazionale e nella corresponsabilità con tutti e ciascuno».
Famiglie: punti luce, cenacoli di fede e amore
Nel conferire loro l’incarico, il Vescovo ha auspicato la costruzione di «punti luce e cenacoli di fede e amore nelle varie zone della Diocesi, per dare speranza alle famiglie». «Le foranie, le singole parrocchie – affermano Luciano e Mena – sono chiamate ad essere sempre più dei “punti luce” per illuminare i volti e i cuori di quanti si allontanano dalle nostre parrocchie.
Noi desideriamo camminare insieme ad altre famiglie per incontrarle e abitare quelle ombre che la luce inevitabilmente genera». Non mancano i punti di riferimento: «Le indicazioni che il Papa ci ha donato in Evangelii Gaudium e in Amoris Letita – continuano i coniugi Gambardella – scandiranno la nostra formazione insieme a quanti accoglieranno l’invito a camminare accanto a noi con passo leggero, nella semplicità e nella gioia del Vangelo».
Un nuovo cammino che inizia nella pandemia
Un percorso impegnativo, considerato anche il periodo pandemico con le ovvie ripercussioni sulle attività pastorali. Come affrontare tutto questo? «Guardiamo a questo momento di pandemia più come un’occasione che come un limite – precisano Francesco e Marina Galasso – perché ci dà la possibilità di guadare alla famiglia con uno sguardo diverso, più attento alle nuove sfide che in questo tempo è chiamata ad affrontare. Al di là di tutti gli evidenti problemi che la pandemia porta con sé (economici, sociali, relazionali e non ultimo crisi di fede), se c’è una cosa che abbiamo imparato da questo momento di difficoltà è che la famiglia ancora una volta è il centro di tutto ed è sempre capace di reinventarsi».
La famiglia Gambardella indica l’Eucarestia come punto di partenza per «riprendere relazioni autentiche e non solo virtuali nella piazzetta del villaggio globale», come auspicato anche dal Vescovo in Frumento di Cristo.
Un percorso tracciato che ora bisognerà percorrere come famiglie.