Gli episodi di Resistenza nel salernitano sono stati importanti e significativi. Ne abbiamo parlato con il dottor Ubaldo Baldi, presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, e con Alfonso Annunziata, presidente della sezione Anpi di Scafati
Per molti, al Sud, parlare oggi di Resistenza vuol dire raccontare qualcosa lontano da noi, che non ci appartiene. Non tutti sanno però che in centinaia – salernitani, nocerini, angresi, sarnesi – hanno combattuto per liberare le loro terre e quelle dei fratelli italiani.
La Resistenza nelle nostre città
«Gli episodi di “resistenza” nel salernitano – spiega il dottor Ubaldo Baldi, presidente provinciale dell’Anpi Salerno (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) – sono stati sporadici e generalmente spontanei, cronologicamente limitati al periodo che va dal 9 settembre del 1943, giorno dello sbarco degli Alleati lungo le coste del golfo di Salerno, e l’arretramento del fronte germanico verso Cassino, dopo le Quattro giornate di Napoli, liberata il primo ottobre. Alcuni di questi episodi, tuttavia, sono stati importanti e fortemente significativi, in quanto hanno avuto in sé gli elementi fondamentali costitutivi della formazione delle prime bande partigiane».
La Valle del Sarno nel ’43
Nell’estate del ’43 il salernitano e la Valle del Sarno vengono duramente colpite. Da un lato i rastrellamenti tedeschi, dall’altro i bombardamenti degli Alleati. Nocera Inferiore, il 7 luglio, subisce un pesante bombardamento, che ha colpito principalmente il quartiere Pietraccetta, mentre la ferocia dei tedeschi si consuma con l’assassinio, tra gli altri, di Filomena Galdieri, a Villa Silvia di Roccapiemonte, perché sospettata di aver prestato la sua opera sanitaria a patrioti e prigionieri alleati.
«Le motivazioni di questi episodi di Resistenza, anche armata – continua Baldi –, sono individuabili nella componente protettiva del territorio di appartenenza, associata a quella più propriamente “politica” dovuta alla lunga tradizione sindacale e antifascista di un territorio a larga composizione e tradizione operaia». Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, i movimenti operai e la formazione delle prime Camere di Commercio nell’Agro portano ad una nuova consapevolezza e alla formazione di una coscienza civile e politica.
«I sentimenti di giustizia e libertà – sottolinea Alfonso Annunziata, presidente Anpi Scafati – formatisi a cavallo tra i due secoli, con l’avvento del fascismo non scompaiono, ma continuano, come un fiume carsico, sottotraccia e, quando avviene lo sbarco degli Alleati a Salerno, quella coscienza civile e politica riemerge con forza».
La battaglia del Ponte a Scafati
È da questo sentimento che prende vita la battaglia del Ponte a Scafati, dove semplici operai e contadini, guidati dal guappo del paese, don Vittorio Nappi, riescono a fare entrare a Scafati gli inglesi, mediante uno stratagemma, e a sconfiggere i tedeschi, salvando la città dal bombardamento degli Alleati. La città di Scafati è libera e diventa, così, Medaglia D’Oro alla Resistenza. Premiata non solo per l’azione militare, ma anche per il contributo che la città ha continuato a dare nel periodo post-bellico. L’avvocato Ludovico Sicignano, figura fondamentale per il movimento operaio, «viene eletto sindaco di Scafati e componente dell’assemblea costituente, la stessa assise che ha dato vita alla nostra Carta Costituzionale» ricorda Annunziata.
Anche se la guerra sembra lontana, fare memoria della Resistenza è un tassello essenziale per non far sopire i sentimenti di libertà e giustizia che poco più di ottanta anni fa hanno ispirato i nostri nonni.
Più di cento salernitani hanno perso la vita in attività di resistenza
Sono più di cento i salernitani caduti in attività di resistenza o prigionia. Tra i tanti, Lorenzo Fava, nato a Nocera Inferiore e trasferitosi giovane nel Polesine con la famiglia.
Dopo l’8 settembre aderisce ai GAP, gruppi di azione patriottica, ed eroiche sono le sue azioni di sabotaggio a danni dei tedeschi. Viene ferito e catturato durante l’evasione di Roveda, prestigioso esponente sindacale, dal carcere di Verona. Il 23 agosto dello stesso anno viene fucilato dai nazifasisti.