Nel 1874, madre Maria Consiglia Addatis è ricevuta in udienza da Pio IX. Dopo quell’incontro, il Pontefice la definì “una donna di garbo”.
di suor Agnese Pignataro
Il profilo spirituale di suor Maria Consiglia Addatis è completato dalla sua disponibilità verso la Chiesa. L’Epistolario e in modo particolare il Diario testimoniano questa sua sensibilità. Stralciamo dal Diario alcune espressioni che soleva ripetere alle sue figlie spirituali: «Uniamo il nostro amore a quello di Dio e amiamo la Chiesa. La Chiesa è la mia natura, Essa è la mia condizione. Bisogna amare la Chiesa e faticare per Essa; La Chiesa mi dà la vita. Desidero tutta consumarmi per la Chiesa».
L’amore e il servizio per la Chiesa e i suoi rappresentanti sono i binari sui quali incamminerà le sue Figlie spirituali e l’Opera a cui darà inizio. Una delle prime attenzioni che avrà è il soccorso delle chiese povere che provvedeva di biancherie e arredi sacri.
Sostenere i seminaristi poveri
Particolari cure rivolgeva ai giovani poveri aspiranti al sacerdozio e agli stessi sacerdoti. Nelle prime comunità della Congregazione, in particolare nella Casa Madre di Portaromana in Nocera Superiore, è durata a lungo la consuetudine di sostenere le spese per i seminaristi poveri e di soccorrere le necessità materiali e spirituali dei sacerdoti in difficoltà. Questa attenzione la si può cogliere anche nel servizio che per alcuni anni le nostre consorelle hanno svolto nel seminario di Nocera. Tra queste ricordiamo madre Gesualda Raspaulo con suor M. Marta Scarpellino e suor M. Celina Scarano.
La testimonianza di don Francesco Ruggi al Processo canonico
«La Serva di Dio, allorché si convinse che ero realmente chiamato allo stato ecclesiastico, avendo io lasciato l’esercizio della mia professione medica, e mancando di mezzi necessari per riuscire ad impegnarmi nello stato ecclesiastico, mi fornì di tutto quello che potette occorrermi. Per questo debbo manifestare la mia meraviglia per la sua fiducia nella divina Provvidenza e pur non avendo avuto mezzi temporali certi, pure potette compiere tutte le opere di carità e agiva come se fosse fornita di larghe ricchezze».
La venerazione per il Papa
Amore filiale e grande venerazione nutriva verso la figura del Papa, prima Pio IX e poi Leone XIII. Nel 1874 fu ricevuta in udienza privata da Pio IX. Con questo viaggio a Roma desiderava senz’altro ricevere la benedizione e l’approvazione del Santo Padre per l’Opera da lei fondata da appena due anni nel villaggio di Casolla in Nocera Inferiore.
Seguiamo la descrizione come riportata nel Diario: «Le fu quindi accordato quello che tanto aveva desiderato, baciare cioè il piede al Papa, esserne benedetta ed udirne qualche parola. Ebbe un’udienza particolare da sua santità Pio IX. Il Papa le concesse l’indulgenza per le sue monache e orfanelle e, nel partirsi da lei, disse: “Si vede che siete una donna di garbo”. La sera stessa ritornò in Napoli. Era il 25 dell’istesso mese».
In una ulteriore ricerca è stata trovata la foto ricordo del papa Pio IX con sotto la seguente scritta: «Suor Maria Consiglia Addatis di Napoli, umilissimamente prostrata innanzi al trono di Sua Santità Pio IX, implora per sé e per tutti di sua casa la santa benedizione». Seguono con diversa grafia la benedizione e la firma autentica del Papa. Alla stessa stregua va giudicato il telegramma che ricevette da Leone XIII in articulo mortis.