Pagani e l’Agro si sono ritrovate intorno a Marcello Torre. Pagani e l’Agro si sono ritrovate intorno all’arte che è evoluzione. Jorit, con i suoi murales, i suoi graffiti, lo ha saputo dimostrarlo divenendo uno degli artisti più celebrati, acclamati, della scena contemporanea. I suoi volti raccontano la sofferenza, testimoniano la forza, rappresentano l’oggi che non si arrende.
«Se vuoi, le tue ferite possono diventare feritoie», scrive don Luigi Verdi, anima della Fraternità di Romena. Graffi, ferite, quelli che caratterizzano i volti di Jorit. Ha deciso di non rimuoverli, non nasconderli, ma costruirci sopra. Ferite che lasciano passare la luce.
La storia di Marcello Torre, il suo barbaro assassinio per mano della camorra, non è stata motivo per ripiegare. È stata la base su cui fonda un impegno civile che ha unito diverse generazioni. Donne e uomini, giovani e anziani, che hanno deciso di metterci la faccia affinché il «sogno di una Pagani civile e libera» non restasse sulla carta.
Un Agro nocerino sarnese civile e libero, potremmo dire guardando all’intero comprensorio. Ieri, ai piedi della mega opera realizzata sull’Auditorium Sant’Alfonso Maria de’ Liguori di Pagani, le istituzioni e le associazioni della valle del Sarno si sono ritrovate per rinverdire il sogno dell’avvocato.
Jorit e l’avvocato
«Marcello Torre – ha detto Jorit rispondendo alle domande di Martina Nacchio – è una figura fondamentale in questo periodo storico in cui viene mitizzata la figura del criminale, di chi frega il prossimo. Marcello Torre era una persona perbene che ha lottato contro la speculazione e gli intrecci tra camorra, imprenditoria e politica, pagando con la sua vita. Io mi sono sentito di sposare questa causa e ricordare questa figura importantissima per Pagani, ma non solo». Un murales che sarà parte della sua storia, come le altre sue opere. «Tutte sono un pezzettino di cuore – ha aggiunto – perché in tutte lascio un pezzettino della mia vita, del mio tempo e del mio cuore».
Data simbolo
L’opera è stata voluta e finanziata dalla famiglia Torre, con il contributo della Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania e con il patrocinio morale del Comune di Pagani e della Provincia di Salerno.
La data del 30 maggio non è stata scelta a caso. Quarantuno anni fa, il 30 maggio 1980, l’avvocato Torre redasse di suo pugno la lettera che costituisce il suo testamento spirituale. Il documento in cui rilanciava il sogno di una «Pagani civile e libera». L’inaugurazione del murales è stata un’anteprima del Premio nazionale per l’impregno civile “Marcello Torre” promosso dall’associazione a lui dedicata e dal presidio di Libera a Pagani.
Sa. D’An.