Una nuova casa per l’Opera di Maria Consiglia Addatis
La primigenia comunità delle Suore Serve di Maria Addolorata rimase a Casolla di Nocera Inferiore dieci anni, ma crescendo il numero delle orfane, per rendere più stabile l’Opera, suor Maria Consiglia Addatis e i sacerdoti che collaboravano con lei pensarono di comprare una casa più grande.
Furono aperte le trattative con il proprietario della casa dove avvenne la fondazione, il quale chiese un prezzo esagerato che non corrispondeva al valore reale dello stabile.
L’ipotesi di trasferimento a Napoli
Lasciate cadere queste trattative furono fatte delle ricerche in Nocera, ma l’occasione che parve provvidenziale si presentò a Napoli.
Nel villaggio di Villanova di Posillipo fu offerta a Maria Consiglia una casa che prima della soppressione napoleonica apparteneva ai frati agostiniani.
Maria Consiglia pur desiderando fare l’obbedienza all’arcivescovo di Napoli, il cardinale Guglielmo Sanfelice, non intese però trasferire totalmente la sua Famiglia religiosa che aveva visto la nascita nella diocesi di Nocera de’ Pagani, bene accolta e benedetta dal vescovo Raffaele Ammirante che seguiva la fondazione con amore e interesse.
Una nuova casa a Portaromana
Dopo varie ricerche, finalmente nel villaggio di Portaromana in Nocera Superiore si trovò una casa di proprietà del signor Vincenzo Guarnaccia.
Prima di iniziare le trattative, Maria Consiglia tentò nuovamente di venire a condizioni più ragionevoli con il signor Francesco Primicerio, proprietario della casa di Casolla, che tuttavia rimase sulla posizione iniziale. Fu allora necessario trattare la compravendita della casa di Portaromana, dove mancavano la chiesa e una scuola per le fanciulle.
«Si ordinò allora di ridurre i suppenni a dormitori e di alcuni vani pianterreni formarne la piccola chiesa, che venne dedicata alla SS. Vergine Addolorata e a San Giovanni Battista. La prima pietra fu posta da Maria Consiglia e la funzione fu fatta da monsignor il vicario capitolare di Nocera canonico Marino, stante che era già passato a miglior vita il vescovo Ammirante», si legge nel Diario.
Il giorno del trasferimento
Stipulato il contratto di compravendita suor Maria Consiglia e le bambine attesero il giorno del trasferimento. «La sera del 10 maggio dell’anno 1883 in carrozze chiuse uscirono da Casolla e ritiraronsi nella nuova casa di Portaromana.
Piangevano quei di Casolla, di gioia tripudiavano quei di Portaromana, dicendo che il Signore li aveva consolati con questo bene tanto grande. Ed infatti oltre ad altri pubblici segni di allegrezza, le ricevettero con grandi applausi, con fiamme di bengala e molti fuochi artificiali. Per Casolla un vero lutto, per Portaromana quel giorno fu una grande festa», si legge nel Diario.
A Portaromana la comunità viveva nel lavoro, nella cura alle orfane e nella preghiera. «È un asilo di santità», dirà il vescovo Luigi Del Forno, succeduto al vescovo Ammirante nel governo della diocesi di Nocera de’ Pagani.
All’inizio la scelta di Portaromana fu una necessità determinata dallo sviluppo dell’istituzione, ma la simpatia di Maria Consiglia fu sempre per la fondazione di Casolla dove aveva visto attuato il suo sogno.