L’editoriale del nuovo numero estivo di Insieme a cura del direttore Salvatore D’Angelo.
È un anno e mezzo che sentiamo parlare di ospedali ed eroi in camice bianco.
All’articolo 32 della Costituzione si legge: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività».
Se ciò è vero – ed è vero – non ci si riesce a spiegare il motivo di tante sofferenze e deficienze per alcune strutture sanitarie. Mi riferisco all’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore, che con l’Andrea Tortora di Pagani e il Mauro Scarlato di Scafati formano un unico DEA (Dipartimento di emergenza e accettazione) di primo livello.
Il Covid ha salvato il presidio scafatese. È stato il primo ospedale per il trattamento del coronavirus in provincia di Salerno, tra i primissimi in Campania. L’Andrea Tortora di Pagani lotta per restare Polo oncologico. L’ASL Salerno ha pianificato una serie di investimenti ma manca la radioterapia. Non si contano gli annunci di un’imminente attivazione, ma restano tali.
L’Umberto I fa i conti, specialmente in estate, con organici ridotti al lumicino che inficiano sulla sopravvivenza e sull’umore delle tante eccellenze che provano a resistere. Non bastano avvisi a tempo determinato per nulla appetibili. In giro ci sono proposte ben più allettanti sia dal punto di vista professionale che economico.
In queste settimane il problema ha raggiunto l’apice. La politica regionale e i dirigenti sanitari sembrano sordi agli appelli del comparto medico ed infermieristico, così come delle istituzioni locali. Un territorio di 350 mila abitanti, che arriva ad un 1 milione di potenziali utenti se si aggiungono i residenti nella valle dell’Irno e nell’area vesuviana, ha le carte per ambire ad essere riconosciuto DEA di secondo livello.
Nel 2019 il Pronto soccorso dell’Umberto I ha contato 52.093* accessi. Se aggiungiamo i 34.164* al Pronto soccorso del Martiri del Villa Malta di Sarno si arriva ad 86.257 utenti. Una politica lungimirante dovrebbe capire che il territorio dell’Agro nocerino-sarnese-vesuviano ha bisogno di un Dipartimento più importante.
Non è prestigio ma tutela della salute e garanzia di servizi parametrati ai bisogni dei cittadini.
Il 22 settembre 2018, al termine di una visita all’ospedale nocerino, Vincenzo De Luca disse del secondo livello: «Si deve fare assolutamente sia per la qualità delle prestazioni, sia perché la popolazione ce lo consente».
Nel frattempo però i servizi continuano a ridursi e l’impressione che si stia assistendo all’ennesimo scippo è sempre più forte. Non possiamo consentirlo. Non si pensi solo agli investimenti straordinari immaginati per altri territori.
Chiudo ringraziando un’amica prima che collega. Mariarosaria Petti ha deciso di continuare la sua esperienza di comunicatrice con un progetto tutto suo. Tra i tanti meriti, ha aiutato Insieme ad essere più social. Grazie per aver condiviso con noi questo pezzo di strada. Ad maiora.
*Portale della trasparenza dei servizi per la salute/AGENAS