Gabriel Russo sul tetto d’Italia

Una promessa della ginnastica artistica maschile nel cuore dell’Agro.

Il ginnasta di Angri, classe 2012, si conferma tra le promesse italiane della disciplina olimpica. Le cinque ore di allenamento al giorno stanno dando grandissimi risultati, che fanno sperare in un futuro iridato.

A nove anni è già campione nazionale di ginnastica artistica maschile del Campionato Individuale Gold Allievi. Gabriel Russo, classe 2012, tiene in alto i colori dell’Agro nocerino sarnese e, in particolare, di Angri. Il giovanissimo atleta vive nella città del castello Doria, è figlio d’arte. Il suo papà, Giuseppe Russo, da trent’anni è il volto della palestra Tiger Angri

È qui che Gabriel, ad appena quattro anni, comincia a muovere i primi passi. «Faceva karate, era bravissimo – racconta con orgoglioso papà –, ma un giorno il maestro mi disse che mentre si allenava faceva dei salti mortali, camminava sulle mani, che era più orientato verso la ginnastica artistica».

Giuseppe, forse anche a malincuore, accetta il consiglio e si mette alla ricerca della migliore palestra per far allenare e crescere il figlio. Arriva a Castellammare di Stabia, alla CGA Stabia, accademia federale di rilevanza nazionale dove opera il maestro Angelo Radmilovic. Il ginnasta è stato anche tra i preparatori dell’olimpionico Jury Chechi

A settembre 2016, Gabriel si iscrive al Centro Ginnastica Artistica Stabia. È una frequenza al pari di un periodo di prova, ma i risultati si vedono. A dicembre di quell’anno, non aveva nemmeno cinque anni, e partecipa al saggio degli allievi della palestra stabiese. Fa il primo posto tra i quindici bambini partecipanti.

Allenamenti quotidiani di cinque ore

Un talento che incuriosisce il suo maestro, che da allora non lo ha più lasciato. E il bambino angrese lo ha saputo ripagare della fiducia. Da allora tutti i giorni, anche nei periodi di festa, si reca a Castellammare per gli allenamenti. «Cinque ore al giorno, tutti i giorni. Nel periodo pasquale – continua papà Giuseppe – quando gli altri bambini stanno a casa, lui è in palestra a lavorare. Si è fermato solo la domenica di Pasqua».

Ha da poco completato la quarta elementare all’istituto comprensivo “Alfonso Maria Fusco”. Sa bene cosa voglia dire sacrificio: «Riesce a conciliare lo studio e lo sport, sacrificando il tempo per giocare. Appena finisce di pranzare – spiega il padre – si mette a fare i compiti e poi di corsa a Castellammare, dove esce dopo cinque ore».

In accademia si esercita alle parallele, al fungo, alle sbarre, agli anelli, con i volteggi e con gli esercizi a corpo libero. Attività che richiedono grande concentrazione e attenzione, nonché un «sano stile di vita».

«Per noi genitori è un sacrificio accompagnarlo tutti i giorni a Castellammare, ma lo facciamo con piacere perché lo vediamo felice. Finché vorrà noi gli siamo accanto. Come lui, ci sono tanti altri bambini che fanno sacrifici enormi per lo sport».

Una disciplina, la ginnastica artistica, che non aiuta solo il fisico, ma anche la psicologia: «È una prova fortissima di carattere e determinazione».

È con questi presupposti che sta sbaragliando la concorrenza nella categoria Gold 1, che comprende ragazzini classe 2010, 2011 e 2012. Lui, il più piccolo, riesce sempre a spuntare il risultato migliore confermandosi promettente talento sportivo italiano.

Ai campionati nazionali nella palestra Appoggetti di Fermo, che si sono tenuti il 29, 30 e 31 maggio scorso, è risalito per la seconda volta sul podio e per la seconda volta ha conquistato la medaglia d’oro superando trenta atleti in gara. Un’eccellenza dello sport giovanile che ha meritato come premio uno speciale campus ginnico a Padova, insieme ad altri prodigi degli anelli.

Un risultato che ha inorgoglito la famiglia Russo e tutta la città di Angri sicuri che Gabriel continuerà a far parlare di sé.

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Related Posts
Leggi tutto

Ciao, tu.

Aver sdoganato il tu non è una colpa grave. Ma lo è nella misura in cui, ancora una volta, il cambiamento taglia di netto la consapevolezza con cui dovrebbe essere accompagnato.