«Porterò al Papa i saluti e l’invito di venire a Pagani»

Il cardinale Pietro Parolin lo ha detto al termine della celebrazione di ieri per la solennità di sant’Alfonso nella piazza antistante la Basilica di Pagani
Il cardinale Pietro Parolin incensa l’altare (Foto Salvatore Alfano)

«Porterò al Papa i saluti e l’invito di venire a Pagani e di fermarsi in preghiera davanti all’urna di sant’Alfonso. Ambasciator non porta pena». La chiosa del cardinale Pietro Parolin alla celebrazione di ieri per la solennità di sant’Alfonso nella piazza antistante la Basilica di Pagani lascia sperare i tanti fedeli della valle del Sarno, che da tempo attendono che papa Francesco venga a pregare sulla tomba del Santo Dottore della Chiesa. E il segretario di Stato Vaticano è maestro di diplomazia. A chiedergli un saluto speciale e di farsi portavoce presso il Pontefice affinché venga a Pagani erano stati il vescovo diocesano, mons. Giuseppe Giudice, e il padre provinciale dei Redentoristi dell’Italia meridionale, padre Serafino Fiore.

Cardinale Pietro Parolin, Lello De Prisco, padre Serafino Fiore, vescovo Giuseppe Giudice, padre Gennaro Sorrentino (foto Salvatore Alfano)

I concelebranti

Il primo collaboratore del Santo Padre nel governo della Chiesa universale ha presieduto la Messa della festa, a concelebrare il vescovo di Nocera Inferiore-Sarno, mons. Giuseppe Giudice, il vescovo di Teggiano-Policastro, mons. Antonio De Luca, il vescovo di Sant’Angelo dei Lombardi, mons. Pasquale Cascio, il vescovo di Nola, Mons. Francesco Marino, il padre provinciale dei Redentoristi, padre Serafino Fiore, il parroco padre Gennaro Sorrentino e un centinaio tra sacerdoti e religiosi giunti da tutta la regione.

Il cardinale in Basilica

L’omelia

Nell’omelia, il cardinale ha sottolineato il metodo alfonsiano: «Proporre una strada di misericordia» fatta di «carità e dolcezza. La vera misericordia, infatti, si fa carico della persona». Ha ricordato come tanti pontefici gli abbiano «riconosciuto fama» e lo abbiano «raccomandato come esempio». Richiamando il messaggio di Francesco per il 150° anniversario della proclamazione del Santo a Dottore della Chiesa, avvenuta per volontà di Pio IX, Parolin ha evidenziato l’attenzione di sant’Alfonso ad un «insegnamento sempre destinato alla realtà» che va «incontro alle necessità della gente». Questo per il segretario di Stato è «un esempio di pastore che sa parlare al cuore della gente».

Il cardinale prega dinanzi l’urna di sant’Alfonso (Foto Salvatore Alfano)

Sant’Alfonso, ha proseguito nell’omelia, è espressione di un amore «come quello paterno o materno, fatto di compassione». Il Dottore della Chiesa è «cordialissimo, compassionevole, tutto pervaso dallo spirito del Signore». È altresì testimonianza di «perfezione spirituale aperta a tutti, senza tentazioni elitarie».

Parolin ha precisato che la visita a Pagani è stata l’occasione per fargli rispolverare la figura del Santo e ha aggiunto, prima di impartire la benedizione finale: «È davvero un Santo che innamora. Lui dice nel Tu scendi dalle stelle “La tua povertà Signore più mi innamora”. E così anche accostandoci a sant’Alfonso si ha questa impressione, di essere da lui attratti. Siamo da lui attratti perché lui è stato attratto da Cristo e si è lasciato interamente conquistare da lui e dal suo amore».

Le istituzioni

Ad accogliere Parolin una piazza gremita e un parterre istituzionale di primo piano: il presidente della Regione Vincenzo De Luca, il presidente della provincia Michele Strianese, il sindaco di Pagani Lello De Prisco, l’europarlamentare Lucia Vuolo, il consigliere regionale Nunzio Carpentieri e decine di altri rappresentanti delle istituzioni locali. Il governatore ha avuto un breve colloquio con il segretario di Stato.

«È stata l’occasione per esprimere la mia condivisione, da laico, su alcune osservazioni in relazione a leggi in discussione nel Parlamento italiano. Ho confermato al cardinale che alcuni suoi richiami alla riflessione sono ampiamente motivati nel rispetto rigoroso dell’autonomia delle Istituzioni, e che nessuno può considerare intaccata per il solo fatto di esprimere opinioni, e meno che mai quando a esprimere le stesse sono personalità del prestigio e della sensibilità del segretario di Stato della Santa Sede», la dichiarazione del presidente della Regione. De Luca ha anche ricordato dell’incontro avuto lo scorso 8 luglio con i vescovi della Conferenza episcopale campana.

Sa. D’An.

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