«La scuola è come una squadra di calcio»

Mons. Giuseppe Giudice ha inaugurato l’anno scolastico 21/22 insieme agli studenti e agli operatori della scuola Materdomini di Roccapiemonte
Un momento della festa con il Vescovo

«La scuola è come una squadra di calcio», mons. Giuseppe Giudice ha usato questa metafora nell’incontrare gli alunni della scuola dell’infanzia e della primaria Materdomini.

Il Vescovo questa mattina è intervenuto all’inaugurazione dell’anno scolastico nell’istituto di Roccapiemonte gestito dalle Suore Francescane Alcantarine.

Incontrando gli studenti della primaria nel campetto di calcio, mons. Giudice ha detto: «È bello iniziare in un campo sportivo. Questa immagine del campo, della partita, ci aiuta a iniziare l’anno in un modo speciale. Usciamo da un’estate dove abbiamo visto le Olimpiadi, gli Europei, tanti successi, ma anche tanta fatica».

Poi ha continuato: «La scuola è come una squadra di calcio. I giocatori sono i bambini, gli allenatori sono le maestre, poi c’è il personale amministrativo che aiuta durante la gara. Per vincere dobbiamo stare uno accanto all’altro, uno per l’altro, non uno contro l’altro».

In una squadra «ognuno ha il suo compito». Alle insegnanti ha detto: «Avete una virtù importantissima: la passione. Senza passione educativa, per la vita, non si può insegnare e diventa tutto più difficile».

Il Vescovo ha fatto un doveroso passaggio sulla ripresa delle lezioni in presenza dopo un lungo tempo di DAD: «Ringraziamo chi in questi anni genitori, insegnanti, operatori, si sono dati da fare per non lasciarvi soli».
Mons. Giudice ha anche fatto un passaggio sulla scuola Materdomini: «Questa è una scuola cattolica tenuta dalle suore, qui c’è l’amico più importante: Gesù. Non vi vergognate di Lui che vi sostiene, asciuga le lacrime, vi aiuta nei compiti. Gesù entra in classe prima di noi e con noi».

Una riflessione anche sui più deboli: «Vivete un buon anno, una bella partita dove non è importante solo vincere ma partecipare. E attenzione al compagno in difficoltà, aspettatelo, dategli la mano, perché al traguardo dobbiamo arrivare insieme. Chi è nel disagio deve essere il primo nelle nostre attenzioni».

Infine, un augurio speciale. «Sapete fare le operazioni?», ha chiesto il Vescovo: «E allora mettete entusiasmo, meno scoraggiamento, dividete tutto, anche la merenda, e moltiplicate la gioia. Buon anno».

Sa. D’An.

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