Mentre le istituzioni laiche discutono e mediano, la Chiesa propone. Una dimensione costruttiva che forse è data dal conoscere meglio alcune realtà, dal viverle dall’interno. I borghi che si spopolano, i giovani che non trovano lavoro, le famiglie che non arrivano a fine mese, i servizi essenziali che rischiano di non essere più tali.
Domande che nel passato trovavano risposte nelle amministrazioni pubbliche. Oggi – forse rifugiate nell’alibi della carenza di risorse economiche ed umane – appaiono più distanti, sorde al richiamo dei cittadini.
Bisogni, invece, intercettati dai Vescovi di dieci regioni, nello specifico i pastori delle diocesi delle aree interne italiane, che hanno deciso di incontrarsi a Benevento per lanciare il cuore oltre l’ostacolo.
Il 30 e il 31 agosto si sono soffermati sulle necessità dei territori marginalizzati. La sintesi è stata un appello, l’ennesimo, alla classe politica affinché volga lo sguardo al Paese che arranca e rischia di morire.
Nel documento finale «Sentinella, quanto resta della notte? Aree interne tra pastorale e progetti di riscatto», non si fanno sconti. I problemi sono chiamati per nome e cognome. Si fa riferimento a «diritti progressivamente negati, quali la salute, l’istruzione, il lavoro, la viabilità, l’ambiente, le interconnessioni».
Spesso a garanzia del minimo sindacale ci sono solo «le comunità cristiane», che sentono «l’urgenza di contribuire al riscatto umano e sociale delle popolazioni di queste aree». Tuttavia, ciò non può prescindere da un rinnovato protagonismo da parte di chi vive queste zone del Paese affinché si dia vita ad «una nuova stagione di sviluppo, che non può realizzarsi senza un impegno comune».
La strada maestra resta quella della rete, uscendo dalla logica dei campanili, vivendo la fraternità e la solidarietà. Le Chiese locali potranno approfittare del prossimo cammino sinodale «per ascoltare i fratelli afflitti da storiche e incalzanti difficoltà».
Ma anche per rilanciare il dialogo con le istituzioni e soprattutto «costruire un volto di Chiesa coinvolgente e coraggiosa, in cui il contributo dei laici, e delle donne in particolare, venga adeguatamente valorizzato».
L’invito è a considerare queste aree depresse – non sempre per loro volontà – del territorio nazionale. Il richiamo al governo e alle regioni è sul PNRR. Le opportunità del Piano nazionale di ripresa e resilienza siano applicate con equità affinché si contribuisca alla realizzazione di opere fondamentali per meglio connettere centro e periferia, nel rispetto dell’ambiente e senza cadere nel clientelismo.
I Vescovi riuniti a Benevento hanno tracciato una strada che ora tocca a tutti percorrere perché le marginalità interessano tutti, in periferia come al centro.