Essere Scout: il racconto di un gruppo di Angri

Le Scout del gruppo della parrocchia Santa Maria delle Grazie di Angri raccontano il significato dello scoutismo nell’ambito di un progetto giornalistico che ha coinvolto la loro squadriglia.
scout
Squadriglia Rondini del gruppo Scout Angri 3

Essere Scout non è solamente indossare l’uniforme e il foulard, ma una promessa permanente, per questo si usa il motto “Scout una volta, Scout per sempre”.

Essere Scout è sinonimo di gioia, avventura e alcune volte sacrificio. Significa mettersi in gioco costantemente, affrontare le proprie paure e sapersi interrogare per riuscire a cambiare il mondo e lasciarlo migliore di come lo abbiamo trovato.

Essere scout è uno stile di vita che influenza il modo di ragionare, di rapportarci con gli altri e di affrontare le difficoltà.

Ci aiuta ad essere positivi e propositivi, attenti e presenti per costruire un mondo in cui ci sia benessere, condivisione, accoglienza, comunione e solidarietà. Un posto dove sia garantita la dignità e il rispetto verso tutti.

Intervistando Giulia Pisacane, del gruppo Scout Gragnano 2, abbiamo scoperto che non c’è un’età per intraprendere quest’esperienza e che se si desidera fare del proprio meglio non è mai troppo tardi. Lei è la conferma di quanto affermiamo. Oggi, infatti, è capofuoco nonostante sia entrata tra gli Scout più tardi del solito.

Invece Andrea Bruno, del gruppo Scout Avellino 1, ci ha aiutato a capire che lo scoutismo può aiutare a superare le proprie paure e difficoltà come la timidezza, il timore del giudizio, di confrontarsi con gli altri e di esprime se stessi.

Grazie a queste interviste abbiamo compreso che l’esperienza Scout è un bagaglio ricco di gioie, avventure e sogni da inseguire anche se irraggiungibili, perché solo chi sogna può volare.

di Maria Chiara, Marianna, Giovanna, Gaia e Marika – Squadriglia Rondini del gruppo Scout Angri 3

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