«Nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità». Lo ha detto Albert Einstein e probabilmente l’abbiamo sentito ripetere spesso negli ultimi mesi, in relazione al particolare momento storico che stiamo vivendo.
Sicuramente ne ha fatto un mantra Luigi Caputo, giovane di Nocera Inferiore trapiantato a Milano.
Già giornalista con esperienze in Sky, Corriere della Sera e Huffington Post, Luigi da tempo si dedica al digital marketing. Ha iniziato con TIM e poi ha lavorato in Coca-Cola. Dopo queste fruttuose esperienze decide di percorrere la strada della creazione di un business autonomo in ambito digitale.
Fonda con Enrico Gelfi la Sport Digital House. Ha sfruttato i mesi di lockdown per fondare un osservatorio dedicato agli e-sports (Osservatorio italiano e-Sports, raggiungibile al sito www.oiesports.it).
«Nel primo lockdown – ha dichiarato Caputo – era evidente che stava aumentando il gaming e ci siamo accorti che mancava un aggregatore per tutti gli operatori del settore. Così abbiamo deciso di colmare questa lacuna. Non abbiamo avuto paura del presente, ma provato ad immaginare come sarebbe stato il mondo dopo il Covid. Ora siamo il punto di riferimento per il business del settore, abbiamo circa 80 aziende nel network, lavoriamo per diffondere la conoscenza degli e-Sports e come investire su di essi creando una connessione fra player, team e società».
Un fenomeno che attraversa le generazioni, non riguarda solo i giovani, e che coinvolge tante realtà del Meridione. «Il Sud è la vera fucina dei talenti. I più importanti – ha affermato Caputo – sono proprio del napoletano, la stessa e-Nazionale della Figc è composta da quattro players partenopei. Questo fa riflettere molto. Tuttavia, ci sono energie positive, ma mancano progetti imprenditoriali all’altezza».
Questo anche perché il gaming è cambiato nel corso di questi anni, ora non si gioca più da soli o al massimo in coppia ma c’è un coinvolgimento ben più ampio, a volte di vere e proprie community.
«Fino a prima della pandemia, i videogiochi erano visti come nocivi per i giovani, come strumento di alienazione rispetto alla realtà. La situazione è molto diversa – ha proseguito il giornalista/imprenditore – perché ora consentono di connettersi ad altre persone, i ragazzi giocano per competere contro chi ha gli stessi interessi e in questo modo si creano relazioni. È una nuova forma di socialità che non si sostituisce alla realtà. Ovviamente non bisogna farne un abuso, come ogni cosa della vita. I ragazzi vanno educati all’uso dello strumento».
Per tanti giovani, ma anche numerose aziende, il mondo degli e-Sports può diventare, dunque, un’opportunità di lavoro, magari diversa dalle altre. Sono le opportunità che ha fornito la pandemia e il modo migliore per ripartire è coglierle.
Cosa sono gli e-Sports?
Gli e-Sports, conosciuti anche come gaming competitivo, sono una forma di competizione elettronica organizzata che avviene tramite e grazie ai videogiochi.
Il prefisso “e” sta per “electronic” e sottolinea il carattere digitale di questo fenomeno. Coinvolgono videogiocatori professionisti, semiprofessionisti o amatoriali che si affrontano, come individui o come parte di una squadra, al fine di superare la concorrenza degli avversari.