Non strumentalizzare la carità, lo ha detto mons. Giuseppe Giudice ieri pomeriggio all’apertura del Centro Caritas di Santa Croce a Nocera Inferiore.
«La parola carità – ha affermato il vescovo di Nocera Inferiore-Sarno – dobbiamo utilizzarla bene. Il nome di Dio è carità, Dio è amore. Per questo prendiamo le distanze da tutti coloro che la utilizzano per altri scopi, per nascondere dietro alla parola carità altre logiche che non ci appartengono. Anzi, dobbiamo alzare un muro, mettere il filo spinato, quando ciò rischia di accadere perché nessuno utilizzi le cose della Chiesa talvolta anche per fini illeciti. È bene che da questo luogo si alzi anche un’attenzione alla legalità. Ne abbiamo sempre bisogno».
Un sollecito al quale il pastore della Chiesa nocerino sarnese ha abbinato l’appello alle istituzioni in merito alla questione sanità e trasporti. «Il nostro è un territorio che ha bisogno. Un territorio mortificato per la questione degli ospedali. Non possono essere relegati, non possono diventare di serie B», ha affermato.
Il tutto passa da un riscatto territoriale. «È terminato il periodo dei pifferai, è terminato il periodo di quelli che ci prendono in giro», ha detto mons. Giudice. Parole che ricalcano quelle pronunciate giovedì dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, in apertura della Settimana sociale dei cattolici italiani in corso a Taranto. Il vescovo di Nocera Inferiore-Sarno ha fatto proprio riferimento al tema dell’evento, che mette insieme ambiente, lavoro e salute perché «è tutto connesso».
Ospedali e trasporti
Un collegamento che deve essere messo in atto anche nell’Agro, a partire da sanità e trasporti. «Dobbiamo con coscienza e attenzione guardare il nostro territorio e i territori devono camminare insieme. Specialmente nell’Agro dove, chi non conosce queste zone, si passa da un comune all’altro senza accorgersene. Per questo abbiamo bisogno di rimettere al primo posto la sanità, i trasporti e l’attenzione alle povertà», ha dichiarato mons. Giudice. Punti sui quali si riserva «di compiere altri interventi».
Una Chiesa presente perché «la Chiesa è ai crocicchi della strada, ovunque c’è l’uomo, dove c’è l’uomo che ha bisogno». Mons. Giudice ha spiegato perché è stato recuperato il complesso di Santa Croce: «Passando per questa zona vedevo tanto degrado, non solo architettonico ma anche morale. Allora abbiamo pensato di recuperare questa chiesetta, una dei primi siti cristiani di Nocera, e l’intera struttura circostante. L’abbiamo ripresa per ridare bellezza a questo luogo perché la Chiesa non è nascosta, non è dirimpettaia del mondo».