Introdurre l’insegnamento della filosofia negli Istituti Tecnici: è una proposta del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Dalla Riforma Gentile del 23, che tracciava una cesura netta tra studi umanistici e studi tecnico scientifici e, soprattutto, attribuiva una valenza aristocratica alla cultura e all’educazione, è passato ormai un secolo.
La scuola ha vissuto importanti cambiamenti da allora adeguandosi sempre più al dettato costituzionale di uguaglianza nei diritti e nelle opportunità. E, tuttavia, l’idea di offrire anche agli alunni degli indirizzi tecnici questa disciplina giunge solo ora.
La filosofia fornisce le categorie per comprendere ed interpretare il mondo, suggerisce un metodo di ricerca e di pensiero. Il suo insegnamento andrebbe a completare, dunque, la formazione degli studenti che in futuro occuperanno posizioni importanti nel settore tecnico. Interessanti e convincenti le parole del ministro Bianchi al convegno su “Etica e intelligenza artificiale”, organizzato da Aspen Istitute Italia a Venezia nello scorso mese di settembre.
«La scuola – ha detto l’esponente del governo del presidente Mario Draghi – deve essere sempre più il modo in cui tutti sono in grado di usare tutti gli strumenti della propria epoca e non di esser usati. Penso al telefonino, al computer, cioè all’intelligenza artificiale. Ma bisogna farlo con capacità critica. Bisogna saper leggere l’attualità».
E qui il passaggio del ministro Patrizio Bianchi sul tema: «Quando studi filosofia, devi entrare con capacità critica nel dibattito vax/no vax. Ma sei fortunato di poter usare la lettura critica che parte da Kant che non è un libro da mettere nella biblioteca. È lo strumento concettuale con cui puoi affrontare il mondo di oggi».