Taranto, un cantiere permanente

Anche una delegazione della nostra Diocesi ha partecipato alla 49a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani tenutasi a Taranto. I delegati delle diocesi si sono soffermati sul tema: «Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro #tuttoèconnesso»
Taranto, 21 ottobre 2021: Settimana sociale, inizio lavori – foto SIR/Marco Calvarese

«Avremmo potuto incontrarci attraverso i nostri computer ma abbiamo voluto fortemente vederci in presenza». Sono alcune delle parole conclusive della Settimana Sociale di Taranto rivolte alle 220 Diocesi presenti da tutta Italia.

Credo che sia stato questo il primo risultato di Taranto 2021. Ormai disabituati a questi grandi momenti comunitari, ci siamo ritrovati in tantissimi nello stesso luogo per condividere una forte esperienza di Chiesa. Animati dall’invito di papa Francesco, che da tempo ci sprona a custodire la “casa comune”, in quei giorni abbiamo provato a rispondere agli interrogativi che il mondo si sta ponendo sulla sostenibilità ambientale e su quanto possiamo – e soprattutto dobbiamo – fare per un modello di sviluppo sostenibile. In altre parole, è emerso quanto forse già sapevamo: le risorse del Pianeta non sono infinite e soddisfare i bisogni del presente non deve compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri.

La conoscenza delle buone pratiche e gli interventi di alcuni esperti ci hanno aiutato a comprendere la gravità del problema, sempre con uno slancio di speranza verso soluzioni possibili. Perché soluzioni possibili ce ne sono.

Ci sono, un verbo volutamente utilizzato al presente. Perché una delle parole chiave di Taranto 2021 è «subito». Non possiamo attendere, non dobbiamo perdere tempo, è già tardi. Ma se ci muoviamo subito siamo ancora in tempo.

Il Cardinale Gualtiero Bassetti, Mons. Stefano Russo, Mons. Filippo Santoro e Rinaldo Melucci, piantano simbolicamente uno dei 25 platani che andranno a costituire l’area verde del rione Salinella, a Taranto. (Foto Sicialini-Gennari/SIR)

Proviamo allora a delineare l’ABC di questo cammino.

A come alleanza, soprattutto con la natura. Come cambierebbero modelli e teorie se riuscissimo ad imparare qualcosa in più dal mondo vegetale? Le piante che con la loro conoscenza diffusa riescono a nutrirsi anche stando ferme. Ci insegnano l’alleanza tra i saperi.

B come buone pratiche. Noi cattolici abbiamo intenzioni e azioni buone. È questo che stiamo facendo, mettiamo in pratica il buono. È tempo perciò di mettere tutto insieme e far vedere per essere da esempio.

C come conversione. Stiamo parlando di un cammino continuo. Una conversione comunitaria che parte da una conversione personale. Dobbiamo porci subito la domanda: «Quale cammino di conversione ci è chiesto?».

Tornati da Taranto ci siamo subito resi conto che abbiamo un problema: siamo poco e a volte male informati. Il primo passo è quello di capire approfondendo i temi presentati alla Settimana Sociale. Senza conoscenza non può esserci interesse e la Terra ha bisogno che ci interessiamo di lei, per prendercene cura, come insegnava don Milani con il suo “I care”.

Non sono mancati gli impegni che la Chiesa ha chiesto a tutti noi, perché dobbiamo essere noi il cambiamento che vogliamo; e perché questo cambiamento avvenga, è fondamentale il concorso della nostra conversione.

Nel salutarci è risuonato forte l’invito alle nostre diocesi e alle nostre parrocchie a diventare comunità energetiche, carbon free, preoccupandoci che i prodotti che consumiamo non siano frutto di raccolti effettuati da sfruttati con il capolarato, ma siano prodotti legati alla giustizia e alla dignità.

Insomma, non possiamo più dare la colpa agli altri, dobbiamo assumerci le nostre responsabilità e agire il prima possibile.

Il manifesto dell’Alleanza

La Settimana Sociale di Taranto non è stata «un convegno, ma una piattaforma di partenza per dare speranza e avviare dei processi», ha ricordato il cardinale Gualtiero Bassetti evidenziando quanto sia decisivo «l’apporto dei cattolici per affrontare le crisi» e in particolare il contributo dei giovani che «possono aiutare il mondo a rimettere la fraternità al centro dell’economia». Proprio a loro, che a Taranto hanno lanciato e firmato il Manifesto dell’Alleanza, il presidente della CEI ha chiesto di “sognare e costruire, con l’aiuto di Dio, una Chiesa gioiosa, perché umile e disinteressata; una Chiesa a contatto con gli uomini e le loro storie; una Chiesa che si rigenera nell’ottica della carità”.

Il manifesto dell’Alleanza non è un documento statico, ma un esperimento politico di comunità che si costruisce giorno per giorno. Il manifesto è un messaggio di speranza che si basa su impegni concreti di alleanze per la transizione ecologica, economica e sociale integrale, speranza e impegni che ci fanno riscoprire fratelli e sorelle.

Giuseppe Pironti

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