Carissimi,
il calendario liturgico, che scandisce le stagioni della Chiesa nel tempo, inizia con il periodo di Avvento. È un tempo ricco dal punto di vista spirituale, perché ci ridona il gusto dell’attesa, ci educa alla speranza e ci ricorda che noi camminiamo verso il Regno, ad-ventus, anzi il Regno cammina verso di noi.
L’Avvento risveglia dentro di noi la nostalgia dell’Altro, il Veniente, e ci sprona ad avere a cuore l’Eterno. Anche con il colore delle vesti liturgiche la Chiesa ci educa; iniziamo il tempo d’Avvento con il colore violaceo, segno di penitenza e conversione, e nel cammino il colore viola si stempera nel rosaceo fino ad esplodere nel bianco e dorato del Natale e del tempo natalizio, segno della nuova creatura che rinasce.
Nel tempo di Avvento, presi per mano dalle forti parole dei profeti e dalla fede umile della Vergine Santa, siamo invitati a dare una sterzata alla nostra vita, liberandoci da tutto ciò che è ingombro e peso nel cammino. Riformare vuol dire dare una forma nuova alla nostra vita, sempre più aderente al Vangelo.
La nostra Chiesa, e le Chiese che sono in Italia, in comunione con papa Francesco e la Chiesa universale, ci invitano a compiere un Cammino Sinodale, cioè a fare la strada insieme, in uno stile nuovo da inventare e riscoprire per essere sempre più significativi. È bello rileggere la pagina sinodale dei Discepoli di Emmaus (cfr. Lc 24,13-35), pagina pasquale e di avvento, ed è molto significativo soffermarsi sul fatto che Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro.
C’è un primato di Dio in tutto, c’è un suo precedere, un iniziare da parte del Signore, un camminare che viene dal suo cuore, una genesi d’amore. È Lui che si avvicina e cammina con noi; è Lui che prende l’iniziativa; è Lui che comincia e ricomincia sempre. In principio c’è Lui e solo Lui!
A noi la grazia di riconoscere i suoi passi nelle ombre della sera; la pazienza di ascoltarLo e farci inquietare; la gioia di pregarLo e chiederGli di rimanere con noi quando si fa buio; la bellezza di riconoscerLo nel pane spezzato e condiviso; e l’entusiasmo di rifarci missionari e annunciatori di una buona notizia. Egli è Colui che verrà, che è venuto e che viene, richiamandoci ancora alle tre dimensioni dell’Avvento.
Solo così con il cuore di Maria, abiteremo con nuovo stupore la terra dell’Avvento e della Speranza, virtù da contagiare ai fratelli tutti che, pur non sapendolo, attendono, voce del verbo sperare.
+ Giuseppe Giudice, Vescovo