A Tampellin, nel Burkina Faso c’è un pezzo di cuore della comunità parrocchiale di Santa Maria delle Grazie di Angri.
Ce lo confermano le parole accorate del parroco, don Ciro Galisi nel raccontarci la gioia di tutti nel sostenere da anni il villaggio di Tampellin (Burkina Faso). Grazie al sostegno di tanti donatori, nei giorni scorsi è stato inviato un container carico, tra l’altro, di materiale scolastico e sanitario destinato agli abitanti del villaggio.
Don Ciro ha portato ad Angri l’opera già iniziata a Nocera Inferiore con l’associazione “Il Buon Samaritano” e coinvolto tutta la comunità parrocchiale in un abbraccio d’amore verso la comunità di Tampellin.
“Lo spirito che ha animato tanti di noi – spiega Don Ciro – è nato dal renderci conto di quanto è stato fatto in questi anni dai tanti volontari che portano avanti il progetto per sostenere ilvillaggio.Tra questi Salvatore Carrese e la dottoressa Giovanna Vaccaro, dell’associazione BAOBAB AMICI DI TAMPELLIN, che per primi ci manifestarono l’intenzione di realizzare qualcosa di importante in grado di alleviare le sofferenze e le difficoltà degli abitanti di Tampellin (in provincia di Koupéla), una zona molto complessa dell’Africa”.
“Con le donazioni ricevute, siamo riusciti a sostenere gli abitanti di Tampellin con la donazione di materiale sanitario e contribuendo alla costruzione di pozzi sul territorio, per favorire l’approvvigionamento di acqua potabile. Le abitazioni del villaggio di Tampellin non sono fornite di acqua corrente o di energia elettrica. E dall’anno scorso abbiamo inaugurato, grazie anche ai fondi raccolti dalla comunità della parrocchia Santa Maria delle Grazie e al sostegno della missione dei Padri di don Orione, una scuola che consente a circa duecento bambini di Tampellin di usufruire di locali accoglienti dove poter svolgere attività didattiche, così da garantire il diritto all’istruzione di base”.
“C’è anche – continua Don Ciro – l’idea di realizzare una scuola professionale degli “artigianelli” per adolescenti e giovani, sull’esempio del servo di Dio, don Enrico Smaldone, così che i giovani possano imparare un mestiere e riuscire a sostenere sé stessi e la propria comunità. Io dico sempre che il discorso dell’Africa va fatto soprattutto in Africa per cercare di rompere quei circuiti viziosi che danneggiano la popolazione e trasformarli, come dice papa Francesco, in opportunità, in una dimensione di circoli virtuosi”.
Il container in viaggio verso Tampellin contiene materiale scolastico, sanitario, giocattoli per i bambini, provviste, una postazione odontoiatrica attrezzata e, grazie alla donazione dell’A. O. S. G. Moscati di Avellino, anche un’ambulanza.
“Da qualche anno – racconta la dottoressa Giovanna Vaccaro – abbiamo avuto e abbiamo l’esigenza di strutturare ancora meglio il nostro dispensario medico. Nell’ultimo viaggio che abbiamo fatto ci siamo accorti che affrontare il percorso da Tampellin a Koupéla per il trasporto di alcuni ammalati e bambini è risultato estremamente difficile perché lì la sanità funziona in un certo modo. Quindi la dottoressa Maiorana, pediatra all’A. O. S. G. Moscati di Avellino si è prodigata affinché l’ospedale ci donasse un’ambulanza”
“Inoltre – continua – un medico chirurgo toracico ha espresso la volontà di interessarsi alla costruzione e all’apertura di una piccola chirurgia e grazie al sostegno di un altro volontario, che è odontoiatra, abbiamo portato una sedia odontoiatrica. Tutto questo per migliorare i servizi della struttura sanitaria, perché da quando esiste il dispensario medico le condizioni di salute degli abitanti del posto sono migliorate notevolmente. A sostenerci, inoltre, ci sono anche due grosse associazioni, una di Napoli e una di Brescia, che ci donano tantissimi farmaci. Nel container abbiamo anche caricato sedie e banchi per la scuola materna e mobili e libri in lingua francese per arricchire la biblioteca del villaggio. Il nostro obiettivo è quello di offrire quante più opportunità possibili sul territorio a questi bambini, visto che il villaggio è molto isolato dagli altri centri abitati”.