Verso il 50° pellegrinaggio a Lourdes

Il pellegrinaggio sia «il momento culminante di un apostolato con gli ammalati da accompagnare, con iniziative varie, durante tutto l’anno pastorale».
Il Vescovo Giuseppe presiede la Santa Messa alla Grotta di Lourdes durante il pellegrinaggio diocesano 2021

Verso il 50° pellegrinaggio diocesano a Lourdes. Un tempo per riscoprire gli aspetti della formazione alla luce del Cammino Sinodale, per «far rifulgere sempre di più il vero senso del volontariato con gli ammalati e i fragili». Si inquadrano in questa prospettiva i mesi che separano dall’appuntamento agostano che nel 2022 celebrerà il suo giubileo.

Un periodo da vivere con intensità ed attenzione, «per andare alle motivazioni iniziali del carisma stesso». Lo scrive il vescovo Giuseppe Giudice nel Messaggio in preparazione al pellegrinaggio organizzato dalla PUACS, Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza.

La Madonna di Lourdes (Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Verificare e programmare

«Cinquant’anni sono un tempo giubilare da non sottovalutare – afferma –. Ora è tempo, per non sbiadire il carisma spirituale dell’apostolato degli infermi, con particolare attenzione ai sacerdoti e fanciulli ammalati, di verificare il cammino fatto, non disperdere il tanto bene compiuto, e organizzare insieme il tempo a venire».

Per andare alla fonte è necessario «investire sulla formazione, individuare nelle parrocchie e comunità operatori sensibili al mondo della sofferenza, attivando corsi di preparazione, senza mai sottovalutare il cammino spirituale». Il pellegrinaggio sia «il momento culminante di un apostolato con gli ammalati da accompagnare, con iniziative varie, durante tutto l’anno pastorale».

Testimoniare nell’ordinario l’attenzione al mondo della salute

Il Pastore suggerisce alle parrocchie e alle comunità attraversate dall’esperienza pandemica di attivarsi «per testimoniare nella pastorale ordinaria l’attenzione al mondo della salute, e al variegato panorama della malattia». Perché accompagnare gli infermi nella città mariana «non può essere compito di semplici badanti, ma di uomini e donne appassionati, ben formati, ricchi dal punto di vista spirituale e capaci di farsi compagni di viaggio e veri testimoni di compagnia nell’ora della Croce, capaci di far passare un frammento di Vangelo tra le pieghe dell’anima e le piaghe del piccolo da servire».

Salvatore D’Angelo

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