Ancora una volta i ragazzi del corso di Cresima si sono messi in cammino per incontrare una delle realtà che rendono più bello il volto della nostra comunità: la Caritas parrocchiale.
La sede affaccia nel cortile della chiesa: è un vecchio edificio che la cura e la dedizione hanno trasformato in una struttura funzionale e decorosa. Siamo stati accolti con un bel sorriso dal responsabile Alfonso Oliva, insieme ad una rappresentanza dei volontari che con lui collaborano.
Entriamo a piccoli gruppi nei locali della Caritas che testimoniano il lavoro operoso che si nasconde dietro quella che, ad un primo sguardo, sembra la consegna di un semplice pacco alimentare.
L’ufficio ci racconta dell’organizzazione e della burocrazia che sono necessari perché l’aiuto alle famiglie sia efficace. Buste già pronte per partire, scaffali quasi vuoti per le consegne già effettuate e che si riempiranno nuovamente grazie non solo alla generosità delle raccolte nei tempi forti – che da sempre caratterizzano la nostra vita parrocchiale – ma anche e soprattutto grazie ai rifornimenti presso il “Magazzino della Solidarietà”, ubicato a San Valentino Torio.
Ciascuno di noi è stato invitato ad aguzzare lo sguardo per cogliere i bisogni di quanti ci vivono accanto, mettendo da parte il cellulare e cercando di ricostituire la rete sociale che sempre più si va sfilacciando.
“Di cosa hanno bisogno le persone che si rivolgono alla Caritas?”: con sorpresa il professore Gargiulo non sciorina un elenco di beni materiali, ma sottolinea l’importanza di restituire dignità alla persona, permettendo loro di attingere ai “beni relazionali”. Pagare la bolletta, prenotare una visita specialistica, andare dal barbiere: quanto è variegata la richiesta di quanti bussano alla porta! In questo tempo di pandemia la Caritas ha scelto di puntare sull’igiene fornendo alle famiglie prodotti per la casa e per la cura della persona.
I ragazzi del Corso di Cresima hanno subito aderito con gioia a questa proposta.
Vogliamo condividere con voi un momento delicatissimo dell’incontro: mentre stavamo facendo merenda, uno di loro ci ha confidato che questa visita ha riacceso nella sua mente il ricordo delle strade del suo paese natio, il Brasile, dove le strade brulicavano di poveri che non avevano nulla da mangiare. Tornando in parrocchia ci siamo fermati nella chiesetta di Merichi, dedicata alla Madonna di Costantinopoli, perché ci renda “canali di solidarietà nel nostro quartiere”.
L’elemosina è un atto di carità ma se è fatta da un ragazzo è anche una carezza, scriveva Edmondo De Amicis nel libro Cuore: che sia così anche per tutti noi.