Esaù disse: «Partiamo e mettiamoci in viaggio: io camminerò davanti a te». Giacobbe gli rispose: «Il mio signore sa che i bambini sono delicati e che devo aver cura delle greggi e degli armenti che allattano: se si affaticassero anche un giorno solo, tutte le bestie morirebbero. Il mio signore passi prima del suo servo, mentre io mi sposterò con mio agio, tenendo il passo di questo bestiame che mi precede e dei bambini, finché arriverò presso il mio signore in Seir». Disse allora Esaù: «Almeno possa lasciare con te una parte della gente che ho con me!». Rispose: «Ma perché? Basta solo che io trovi grazia agli occhi del mio signore!». Così quel giorno stesso Esaù ritornò per conto proprio in Seir. Giacobbe invece partì per Succot, dove costruì una casa per sé e fece capanne per il gregge. Per questo chiamò quel luogo Succot.
(Gen 33,12-17)
All’inizio di un nuovo anno e di un altro tratto di CAMMINO INSIEME, ci chiediamo: da dove vogliamo cominciare, ricominciare, riprendere?
Una delle risposte può essere: dai passi dei piccoli, con piccoli passi, che sono sempre i passi dei poveri (Is 26,6).
Ad essi, i piccoli, noi dobbiamo trasmettere il Vangelo, la notizia gioiosa che ci è stata consegnata. Verso di essi noi siamo debitori di un annuncio capace di squarciare le nubi del silenzio e dell’indifferenza. Bisogna permettere ai piccoli di andare da Gesù, senza i nostri inutili impedimenti (cfr Mc 10,14).
Per un cammino sinodale, a cominciare dai passi dei piccoli, ci chiediamo come deve avvenire ciò?
Qualche suggerimento:
* avere cura della Messa con la loro presenza;
* essere attenti alla formazione del cuore e della fede;
* creare un clima di fiducia e serenità in famiglia;
* rendere la scuola un ambiente educativo;
* predisporre nelle nostre città spazi per il gioco e lo sport in diversi ambienti;
* trattare i piccoli come persone, e non oggetti o contenitori;
* ascoltarli con il cuore nei loro veri bisogni;
* pregare con loro e per loro.
Essi sono il nostro presente e il nostro futuro e, con la loro spontaneità, ci ricordano le nostre radici.
Essi sono la Chiesa che cammina, cresce, salta, gioca, ama e ci possono insegnare i passi sinodali da compiere in questo tempo di rinnovamento spirituale.