Don Giustino Russolillo era nel pieno della sua opera evangelizzatrice quando quasi un secolo fa aprì due case religiose sul territorio della Diocesi, a San Marzano sul Sarno e a San Valentino Torio.
I più anziani certamente avranno avuto modo di incrociare questo sacerdote morto il 2 agosto 1955, che il 15 maggio sarà canonizzato da papa Francesco. Il Beato, prossimo Santo, è stato nell’Agro per accompagnare le prime suore a cui furono affidate le comunità. E sicuramente quelle suore, come anche le attuali superiori, hanno conosciuto suor Giovanna Russolillo, la sorella del fondatore della Società Divine Vocazioni e delle Suore delle Divine Vocazioni.
Lo testimoniano madre Adelaide Savino, superiora a San Marzano sul Sarno, e madre Assunta Salvatore, superiora a San Valentino Torio. «Ero giovane e la vedevo quando veniva a visitare le case, noi postulanti», ricorda madre Adelaide. «Non posso dimenticarla a Casa madre, era sempre con una corona in mano a pregare per i sacerdoti, seguendo quanto diceva don Giustino», spiega madre Assunta.
Il sacerdote nato a Pianura il 18 gennaio 1891 consacrò la sua vita al sostegno del ministero sacerdotale e alla santificazione universale. In prima persona sperimentò le difficoltà a cui può andare incontro un giovane che desideri diventare prete. È per questo che promise al Signore, nel giorno della sua ordinazione presbiterale, il 20 ottobre 1913, che avrebbe speso la sua vita per quanti, senza mezzi, volessero consacrarsi a Dio.
Il 18 ottobre 1920 diede vita ai Padri vocazionisti e un anno dopo, il 2 ottobre 1921, iniziò l’esperienza delle Suore vocazioniste; dopo la morte nacque l’Istituto secolare delle Apostole Vocazioniste della Santificazione Universale. Un esempio di santità sacerdotale e ministeriale, è stato parroco di San Giorgio Martire in Pianura dal 20 settembre 1920 fino al giorno della sua morte.
La data della canonizzazione è stata attesa per oltre un anno. Il miracolo, infatti, fu promulgato da papa Francesco il 27 ottobre 2020.
La pandemia ha inciso anche su queste celebrazioni, tant’è che la Messa in San Pietro del prossimo 15 maggio è stata ufficializzata solamente il 9 novembre 2021. Un annuncio accolto con gioia dalle comunità sparse nel mondo e dalle due case presenti nella Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno.
«La notizia – dichiara madre Adelaide Savino – ci ha riempito lo spirito di gioia e gratitudine a Dio per questo dono che viene fatto alla Chiesa e al mondo. È una consolazione grande. Una lode continua a Dio. A San Marzano c’è una comunità con suore indonesiane e malgasce, che ci fa sperimentare la gioia e l’esultanza di tutto il mondo». La testimonianza di don Giustino possa contribuire ad «affermare la santificazione universale, per aiutare ogni cristiano a sviluppare il germe della santità», rimarca la religiosa.
Sentimenti condivisi anche da madre Assunta Salvatore: «La notizia della canonizzazione è stata accolta con gioia. Quando ho detto che don Giustino sarebbe stato fatto santo c’è stato grande entusiasmo. Tante persone sono state edificate dal Fondatore, che è stato più volte qui». La superiore della casa di San Valentino Torio tiene però i piedi per terra per quanto riguarda l’organizzazione della festa per la canonizzazione. La pandemia rischia di pesare su tutto. Ma madre Assunta non si scoraggia e continua a pregare: «Don Giustino ci chiedeva di pregare e aiutare i sacerdoti in tanti modi, è quello che continueremo a fare: essere mamme dei sacerdoti».
Pure a San Marzano sul Sarno c’è trepidazione, ma ugualmente si fanno i conti con il Covid-19.
«Le persone stanno attendendo questo momento, la gioia cova e speriamo che ci si possa organizzare per esultare in San Pietro», afferma madre Savino. Nel frattempo arrivano attestati e riconoscimenti dai cittadini, che hanno imparato a conoscere il prossimo Santo attraverso la testimonianza delle sue figlie impegnate nella scuola dell’infanzia, nel catechismo, nell’assistenza agli ammalati. «Un signore mi ha detto don Giustino mi protegge e questo mi basta», riporta la superiora di San Marzano sul Sarno.
È da questa consapevolezza che parte il conto alla rovescia per la canonizzazione, che si preannuncia una festa delle vocazioni che ha come fine la santificazione universale.
Il miracolo
Il miracolo per la canonizzazione è stato riconosciuto in seguito alla guarigione di un giovane vocazionista avvenuta nel 2016. Il religioso era stato rinvenuto a terra nella sua camera in mezzo a chiazze di sangue. Ricoverato in condizioni molto gravi, in coma, per danni all’apparato respiratorio, dopo due giorni di incessante preghiera fu messo a contatto con una reliquia del Fondatore. Le condizioni di salute cominciarono a migliorare in modo repentino, con le dimissioni arrivate il 3 maggio. Una guarigione inspiegabile per la scienza.
Il miracolo per la beatificazione è avvenuto nel 1998 ed è legato alla guarigione di una donna da un tumore alla vagina.
La Causa di beatificazione e canonizzazione prese il via nel 1978. Il 18 dicembre 1997 papa san Giovanni Paolo II firmò il decreto di venerabilità. La beatificazione c’è stata il 7 maggio 2011 sotto il pontificato di Benedetto XVI e il 15 maggio ci sarà la canonizzazione.
Chiesa in festa
Il 15 maggio insieme al beato Giustino Russolillo saranno canonizzati: il laico e martire indiano Lazzaro, detto Devasahayam; César de Bus, sacerdote, fondatore della congregazione dei Padri della Dottrina cristiana; Luigi Maria Palazzolo, sacerdote, fondatore dell’istituto delle Suore delle Poverelle – Istituto Palazzolo; Charles de Foucauld, sacerdote diocesano; Maria Francesca di Gesù, fondatrice della Suore Terziarie Cappuccine di Loano; Maria Domenica Mantovani, cofondatrice e prima superiora generale dell’istituto delle Piccole Suore della Sacra Famiglia.