La forza della cura – donne, economia, tratta di persone

Il tema è scelto in continuità con l’anno precedente per proseguire la riflessione sulla connessione tra economia e tratta di persone

“La forza della cura – donne, economia, tratta di persone” è il tema dell’ottava Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone. La tratta è una delle ferite più profonde inferte dal sistema economico attuale. Ferite che riguardano tutte le dimensioni della vita, personale e comunitaria.

La pandemia ha incrementato il “business” della tratta di persone e ne ha acuito il dolore: ha favorito le occasioni e i meccanismi socioeconomici alla base di questa piaga e ha esacerbato le situazioni di vulnerabilità che hanno coinvolto le persone maggiormente a rischio e in modo sproporzionale le donne e le bambine, particolarmente penalizzate dal modello economico dominante. È così cresciuto il divario tra uomini e donne.

L’edizione 2022 propone di mettere al centro le donne. Sono loro, infatti, ad essere maggiormente colpite dalla violenza della tratta. Allo stesso tempo, hanno un ruolo fondamentale e importante nel  processo di trasformazione dell’economia di sfruttamento in un’ economia della cura.

I dati

Secondo il Piano Strategico 2022–2025 delle Nazioni Unite “Entity for Gender Equality and the Empowerment of Women (UN-Women)” 1 a fronte di un miglioramento generale della condizione femminile a livello globale, fino all’arrivo della pandemia, restano significative le disuguaglianze registrate in tutti gli ambiti più importanti della vita sociale: salute, lavoro, educazione, politica.

La diretta

Da questa mattina alle 9.00 è in corso una diretta mondiale per sensibilizzare dall’Asia alle Americhe, passando per Africa e Europa, al tema della tratta. Alle 13.00 è in programma la preghiera con i giovani ambasciatori, mentre dalle 13.30 alle ore 14.00 ci sarà il messaggio di papa Francesco.

Santa Giuseppina Bakhita

Santa Giuseppina Bakhita è nativa del Sudan, dove nasce nel 1869, viene rapita al’età di sette anni e venduta più volte sul mercato delle schiave. I suoi rapitori le danno il nome di Bakhita («fortunata»). Nel 1882 viene comprata a Kartum dal console Italiano Calisto Legnani che la affida alla famiglia di Augusto Michieli e diventa la bambinaia della figlia.

Quando la famiglia Michieli si sposta sul Mar Rosso, Bakhita resta con la loro bambina presso le Suore Canossiane di Venezia. Qui ha la possibilità di conoscere la fede cristiana e, il 9 gennaio 1890, chiede il battesimo prendendo il nome di Giuseppina. Nel 1893, dopo un intenso cammino, decide di farsi suora canossiana per servire Dio che le aveva dato tante prove del suo amore.

È stata canonizzata da Giovanni Paolo II nel 2000.La Santa viene ricordata da papa Benedetto XVI nell’Enciclica Spe salvi  ricordandola come esempio di speranza cristiana: «Mediante la conoscenza della speranza lei era “redenta”, non si sentiva più schiava ma libera figlia di Dio».

In questo giorno è celebrata la Giornata mondiale contro la tratta delle persone.

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