Sergio Mattarella è stato il bene rifugio della politica e dei partiti italiani. La rielezione del capo dello Stato è stata accolta con ovazioni e applausi dal Parlamento. Gioia fuori luogo. Hanno applaudito il loro fallimento.
Entusiasmo giustificato e ben motivato tra gli italiani che, prima nei sondaggi e poi nelle reazioni post rielezione, hanno espresso alto gradimento per la riconferma al Quirinale.
Il triste teatrino delle votazioni a scrutinio segreto, ma a dichiarazioni palesi sui social, ha turbato e disgustato la popolazione. Ha mostrato tutta l’inadeguatezza della classe dirigente, che non ha saputo fare altro che puntare sull’usato sicuro.
In questo caso l’onorevolissima macchina non intende lasciare nulla in sospeso e percorrere tutto il settennato. Il Mattarella bis mette tutti d’accordo. È un dato di fatto. Nessuno può dire o potrà dire nulla contro il Sergio nazionale. È riuscito ad ammutolire gli starnazzi di chi minacciò impunemente di metterlo in stato di accusa. Una sorta di catarsi collettiva.
Nell’editoriale di prima pagina del Corriere della Sera del 3 febbraio, Aldo Cazzullo ha richiamato Giuseppe Ungaretti: «E subito riprende/il viaggio/come/dopo il naufragio/un superstite/lupo di mare».
In questo caso i superstiti sono tanti: quelli che hanno salvato la poltrona e si sono, forse, assicurati la pensione. Ma hanno perso la faccia dinanzi all’Italia perché hanno deciso di non scegliere.
Gli italiani non ancora disillusi dalle istituzioni, che credono nella politica e ripongono qualche residua speranza nei partiti, hanno una tristezza che vela il loro animo di cittadini attivi. Avrebbero meritato un Parlamento più coraggioso, capace di fare sintesi, a partire dalle varie minoranze che animano la maggioranza.
Diciamo grazie al presidente Mattarella per l’ennesima dimostrazione di «responsabilità» e «rispetto» verso la Patria e gli italiani. Un sacrificio che prevale su «considerazioni e prospettive personali». Lo tengano a mente i politici e i partiti. Sia un monito per tutti noi quando ci ritroveremo nella cabina elettorale.