Guerra Ucraina: “Diventiamo credibili artigiani di pace”

Il messaggio di pace per l’Ucraina del vescovo Giuseppe.
La bandiera dell’Ucraina. Il celeste simboleggia il cielo e la pace, il giallo i campi di grano e la prosperità

L’invasione russa dell’Ucraina suscita angoscia e dolore, oltre che la più ferma condanna della Chiesa risuonata ancora una volta a gran voce nelle parole di papa Francesco durante l’Angelus di ieri.

Le comunità parrocchiali della Diocesi hanno aderito in gran numero all’appello del Santo Padre e stanno pregando perché alla popolazione dell’Ucraina siano risparmiate ulteriori violenze adoperandosi in iniziative e raccolte di beni e farmaci per sostenere come possono i rifugiati e gli sfollati.

A sostegno delle iniziative dei fedeli, mons. Giuseppe Giudice ha rivolto un pensiero per accompagnare le molteplici iniziative promosse dalle parrocchie della diocesi contro la guerra.

Impastati nell’argilla di Adamo, non ancora convertiti alla pace che è Cristo, continuiamo ad educare i nostri bambini al gioco della guerra, alimentiamo e sosteniamo le fabbriche di armi, dichiariamo e combattiamo piccole guerre tra di noi, sordi ad ogni richiamo ad essere artigiani di pace.

Sale spontanea la domanda: vogliamo veramente la pace?

Ci ricordiamo che per costruire la pace tanti hanno sacrificato la loro vita?

La guerra non è un videogame; non è un reality; non è un film né una famosa serie televisiva.

È una cruda realtà che, per ordine di prepotenti viziati, uccide seminando morte e distruzione.

Con la guerra perdiamo tutti, non ci sono vinti e vincitori; la guerra è una sconfitta per tutta l’umanità ed è una mortificazione per l’intelligenza umana.

Chiediamo in ginocchio il dono della pace, non come un atto magico, perché essa va costruita con pazienza.

Alla pace bisogna educarsi; per la pace bisogna saper perdere; con la pace tutto si può, con la guerra tutto svanisce.

La pace chiede le armi del digiuno e della preghiera.

La casa della pace, secondo la memorabile lezione di San Giovanni XXIII nella Pacem in terris, si fonda su quattro pilastri: verità, giustizia, libertà, amore; senza di essi la pace è costruita sulla sabbia.

Diventiamo credibili artigiani di pace, costruendola prima dentro di noi e intorno a noi, cominciando a disarmare i nostri cuori.

Affianchiamo in tutti i modi, con manifestazioni coraggiose e pacifiche, non emotive, il popolo ucraino che lotta per la libertà e la democrazia, e impariamo la lezione dalla dignità di questo popolo.

Certamente sarà un bene per tutti.

Ce lo chiedono con insistenza i volti rigati di lacrime dei nostri bambini, dei giovani, dei sofferenti che, in silenzio, si domandano: È così difficile dialogare per il bene di tutti? Non abbiamo imparato nulla dalla lezione della storia? Così incattiviti usciamo dalla guerra pandemica?

I nostri Santi e Maria, Regina della pace, ci accompagnino e ci sostengano in questo difficile cammino”.

+ Giuseppe Giudice, Vescovo

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