Processioni ed espressioni della pietà popolare: novità

«Nel riprendere le consuete espressioni di pietà popolare, rimane l’obbligo previsto delle necessarie autorizzazioni di pubblica sicurezza e di tutela sanitaria da parte delle autorità civili»
I Vescovi della Campania nella cappella di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori (foto Alfano/Insieme)

Processioni ed espressioni della pietà popolare: novità dai Vescovi della Campania. La Conferenza episcopale campana, riunita a Mugnano del Cardinale per gli Esercizi spirituali, ha dato alcune indicazioni per la ripresa delle attività pastorali con la fine dello stato di emergenza per il Covid-19.

Una nota che prova a chiarire in merito ai percorsi da intraprendere dal prossimo 1 aprile. «Il giorno 31 marzo 2022, come già preannunciato dalle autorità civili, terminerà lo stato di emergenza imposto dalla pandemia da Covid-19. Tutti abbiamo avvertito la mancanza delle ordinarie relazioni pastorali legate alla vita liturgica ed anche alle espressioni della pietà popolare», scrivono i Vescovi.

«Se pure con prudenza – continuano –, ora incamminiamoci sui percorsi interrotti, con rinnovato entusiasmo e con alcune raccomandazioni». Per la Conferenza episcopale campana, «nel riprendere le consuete espressioni di pietà popolare, rimane l’obbligo previsto delle necessarie autorizzazioni di pubblica sicurezza e di tutela sanitaria da parte delle autorità civili».

«Per non vanificare il tempo di prova che abbiamo attraversato è opportuno vivere le espressioni della pietà popolare, in ottemperanza alle indicazioni offerte dai vescovi della Campania in questi anni», raccomandano i presuli. «Il tempo che viviamo con le nuove povertà e le emergenze umanitarie ci chiama a riscoprire il valore della sobrietà ed esige segni concreti di solidarietà», il monito.

Riprendere i documenti dei vescovi

Il documento dei Vescovi della Campania esorta a non «vanificare il tempo di prova che abbiamo attraversato», richiamando tutti al tenere conto «le indicazioni offerte dai vescovi della Campania in questi anni». Un aspetto che sta molto a cuore al vescovo mons. Giuseppe Giudice, il quale in più occasioni ha chiesto di riprendere le attività considerando quanto è stato vissuto, imparando dalla pandemia.

Un’occasione, insomma, anche per correggere e purificare alcune espressioni della pietà popolare che caratterizzano le nostre feste. Il Vescovo lo ha sollecitato nel tempo pandemico, ma anche in precedenza. Come non ricordare la Lettera “Ho fatto festa dinanzi al Signore” pubblicata in occasione della Pasqua 2016.

Salvatore D’Angelo

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