Un bambino con cattiva digestione presenta sintomi riferibili principalmente al tratto gastrointestinale e provocati dall’ingestione di determinati alimenti. Le cause sono variabili. Nell’epoca neonatale e nei mesi successivi è da escludere sempre l’intolleranza alla proteine del latte vaccino o la presenza di un reflusso gastroe-esofageo, di grado variabile. Nei bambini più grandi bisogna sempre approfondire la presenza di eventuali patologie su base allergica (allergie alimentari IgE mediate), intolleranze ereditarie (al lattosio) o patologie autoimmuni (in primis, la celiachia).
I lattanti di solito manifestano una sintomatologia variabile caratterizzata da irritabilità associata a pianto inconsolabile, inappetenza e di sovente rigurgiti o vomiti anche frequenti. Inoltre sono tipiche le alterazioni dell’alvo (stipsi, diarrea) e a volte anche la scarsa crescita ponderale. Nella prima e nella seconda infanzia i sintomi sono invece più caratteristici del tratto gastrointestinale (meteorismo, aerofagia, pirosi, vomito, inappetenza, addominalgia diffusa, diarrea e/o stipsi). Gli adolescenti, infine, hanno caratteristiche cliniche molto spesso sovrapponibili a quelle degli adulti.
Nel sospetto di cattiva digestione l’esclusione di eventuali alimenti è di pertinenza unicamente specialistica. Per questo tipo di disturbi esistono dei rimedi farmacologici specifici (sintomatici come antispastici o procinetici) o dei probiotici specifici. Quando i sintomi gastrointestinali diventano invalidanti e molto frequenti nel corso della giornata, è utile approfondire con uno specialista. A tal proposito è ovviamente più delicata la fascia d’età da 0 a 12 mesi, ove i sintomi sono più importanti e spia di condizioni patologiche anche severe che possono arrecare importanti conseguenze (calo peso, scarsa crescita, disidratazione).