«E chi può ascoltare il nostro lamento, se non ancora Tu, o Dio della vita e della morte? Tu non hai esaudito la nostra supplica per la incolumità di Aldo Moro, di questo Uomo buono, mite, saggio, innocente ed amico; ma Tu, o Signore, non hai abbandonato il suo spirito immortale, segnato dalla Fede nel Cristo, che è la risurrezione e la vita. Per lui, per lui». Le parole della preghiera che, il 13 maggio 1978, papa Paolo VI pronunciò durante i funerali del presidente Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse il 9 maggio di quell’anno, tornano alla mente nei giorni terribili della guerra in Ucraina. Allora il Santo Padre, con la voce affaticata dai malanni – si spegnerà il 6 agosto successivo, a Castel Gandolfo – e dal dolore per l’amico ucciso, rivelava la sofferenza, il vuoto, l’assenza di una preghiera inascoltata.
Dov’è Dio? Le invocazioni per la pace si sono levate da ogni parte del mondo ma nulla ha impedito la morte di decine di migliaia di persone innocenti, le fosse comuni di Bucha, la fuga all’estero di chi non ha più nulla, la distruzione di intere città, a cominciare da Mariupol, la città di Maria. Si è pregato tanto anche nell’Agro.
Il 25 marzo, giorno della consacrazione di Russia e Ucraina al Cuore Immacolato di Maria, il vescovo Giuseppe Giudice e i fedeli si sono uniti spiritualmente a papa Francesco nella Cattedrale di San Prisco. E lo stesso momento di intenso raccoglimento si è vissuto in tante chiese del mondo.
Ma che fine ha fatto la nostra preghiera, incapace di cambiare gli eventi che appaiono ineluttabili? A ben vedere la risposta è ancora nelle parole di san Paolo VI: «Chi può ascoltare il nostro lamento se non ancora Tu?». La fede è anche questo: pregare nella certezza che c’è Qualcuno che ascolta, ma che ogni cosa avverrà a suo tempo.
Su un muro di una cantina di Colonia, in Germania, dove alcuni ebrei si nascosero per l’intera durata della Seconda guerra mondiale, fu ritrovata una scritta: «Credo nel sole, anche quando non splende; credo nell’amore, anche quando non lo sento; credo in Dio, anche quando tace».
Maggio è il mese che per tradizione è dedicato alla Madonna. Molti le chiederanno grazie. La preghiera non è, però, come il gettone di un vecchio jukebox che in qualche bar faceva partire la canzone scelta al tocco di un dito. La richiesta d’intercessione alla Vergine, la più potente delle avvocate, potrebbe anche non avere l’esito sperato.
E allora che si fa? Potrebbe mai venir meno la nostra fede? Tra tanti dubbi umani due certezze le abbiamo: la preghiera è sempre ascoltata e tutto concorre al bene dell’uomo. Pregandola, la Vergine ci è accanto anche quando la tempesta non passa. E anche la tempesta diventa meno burrascosa.
Giuseppe Pecorelli
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