«Un nuovo evento, anche se tragico e da affrontare con determinazione, come la guerra non deve farci dimenticare i compiti che la crisi pandemica ci ha posto con forza sul piano della sanità, assistenza, cura lavoro formazione, riduzione delle diseguaglianze».
Linda Laura Sabbadini, dirigente centrale dell’Istat, commenta con queste parole il secondo Rapporto sul benessere equo e sostenibile (Bes) presentato dall’Istituto Nazionale di Ricerca secondo il quale il 30,6% delle famiglie si sente più povero.
Tra i dati che evidenziano i molti divari nel nostro Paese c’è quello che riguarda le nuove generazioni.
Duecentoventimila ragazzi tra i 14 e i 19 anni ammettono di non essere contenti della loro vita e manifestano uno scarso benessere psicologico. Il fenomeno è in peggioramento, nel 2019 la percentuale degli scontenti era del 3,2% nel 2021 ha raggiunto il 6,2%.
La generazione degli adolescenti ha subito spesso indifesa la pandemia e ora risente dell’onda lunga e triste della guerra. Troppe volte si è trovata sola nel buio della storia e non sempre ha trovato una guida negli adulti che a loro volta hanno rivelato non poche fragilità e incertezze.
Ragazzi e ragazze non si sono sentiti accompagnati nell’attraversare terre pericolose, insidiose, sconosciute. Spesso anche i genitori non hanno retto all’urto dell’incertezza, della paura, dell’isolamento.
Presenze educative sono diventate assenze e nel vuoto si sono aperti percorsi distruttivi e autodistruttivi.
In questo contesto è venuto un messaggio da papa Francesco quando il Lunedì dell’Angelo ha incontrato 80.000 adolescenti poi intrattenuti dal giovane cantante Blanco. Papa Francesco nel dire «cercate qualcuno che vi accompagni» e «qualcuno che vi dia una mano» ha rivolto un monito agli adulti perché siano quel qualcuno che gli adolescenti cercano per attraversare insieme il tempo dell’incertezza.
Paolo Bustaffa, già direttore Sir