“In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi”. Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: “Seguimi” (Gv 21,18-19).
Mentre celebriamo con fede la solennità delle due colonne della Chiesa, Pietro e Paolo, Apostoli e Martiri, è bello per continuare il nostro cammino sinodale soffermarci sulle parole che Gesù rivolge a Pietro. Siamo sulle rive del mare di Tiberiade e il Risorto ha appena interrogato Pietro sul tema dell’amore.
Gesù non ha altre domande da porre ai suoi; Egli non chiede credenziali, non aspetta promesse, non pretende le scuse, non vuol conoscere le nostre competenze, ma semplicemente domanda l’amore.
Una, due, tre volte la stessa e l’unica domanda, anche se coniugata con verbi diversi. E, abbassandosi fino alle capacità di Pietro, lo aiuta a risollevarsi dopo le cadute e la notte oscura della passione.
Il Risorto ci vuole risorti; il Vivente ci aspetta viventi; il Ritornato attende che ognuno ritorni. E, dopo che Pietro gli ha spalancato tutto il cuore, gli annuncia: “In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi” (Gv 21,18).
Il Risorto ricorda a Pietro che, se vuole camminare insieme a Lui, deve affidarsi, deve lasciarsi portare, anche dove non vuole, e deve arrendersi all’amore, come fa un bambino con la sua mamma, l’amata con l’amato.
Se un Altro ti porterà, allora si cammina, si procede, si corre fino a dare la vita per il Risorto. Nella vita ecclesiale, se non vogliamo rischiare di rimanere navigatori solitari, abbiamo sempre bisogno di un altro che ci guida, ci accompagna e ci sostiene, facendoci notare anche i ritardi nel cammino.
Tenderai le tue mani, dice Gesù a Pietro. Questo tendere le mani, non è solo un modo per farsi aiutare nel vestire, ma ha un significato più profondo; le mani tese, le braccia allargate sono il segno della crocifissione del Maestro, e dei suoi Discepoli.
Per questo motivo l’evangelista sottolinea che Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio (Gv 21,19). Solo la Croce invera l’amore, e solo l’amore rende meno pesante ogni croce.
Seguimi… cammino sinodale vuol dire andare dietro a Gesù, Maestro spirituale e, per questo, cercasi urgentemente maestri spirituali.