Siamo ormai alla vigilia del X Incontro mondiale delle famiglie. Incontro che ci ha visto tutti un pò delusi quando, desiderosi di nuovi incontri ricordando l’esperienza delle edizioni precedenti, ci è stato detto che non sarebbe stato il grande raduno che attendevamo.
Ma il ricco programma e la “modalità mista” tra presenza e distanza, come eredità della pandemia e a cui ormai ci siamo abituati, fanno decisamente pensare che sarà anche questo un grande evento. E perché no?
Forse ancora più grande perché si potranno raggiungere in diretta tutte le famiglie nel mondo che desidereranno partecipare grazie alle connessioni digitali. Tantissime famiglie che probabilmente mai sarebbero riuscite a venire a Roma.
Inoltre la modalità “multicentrica e diffusa” coinvolgerà direttamente anche tutti coloro che desidereranno respirare aria di incontro mondiale nelle proprie diocesi di appartenenza in tutto il mondo.
Non mancheranno momenti di festa e di preghiera, ma il centro dell’Incontro mondiale sarà il Congresso pastorale affidato principalmente alle famiglie.
Saranno infatti famiglie che porteranno la loro testimonianza e riflessione su temi che abbracciano tutta la vita famigliare, la quotidianità nella fatica e nella gioia. Incontro e dialogo rimangono quindi le parole chiave, come un qualsiasi incontro di famiglia. Dei 62 relatori solo 3 saranno sacerdoti a conferma del titolo del congresso, L’amore familiare: vocazione via di santità. E a conferma del desiderio di Papa Francesco.
A me, con mio marito Paolo, è stato chiesto di moderare 2 panel. Naturalmente abbiamo accettato immediatamente con entusiasmo incosciente su quanto avremmo dovuto fare, ma consapevoli della grandezza dell’occasione che ci veniva proposta.
Perché a noi, ma saremo in grado? Parlare in Aula Paolo VI? Pensieri e dubbi di chi è stato invitato solo a moderare, non osiamo immaginare l’emozione di quanti racconteranno la loro esperienza. I temi che nei nostri tavoli saranno affrontati sono L’amore famigliare nella prova e Accompagnare la paternità e la maternità.
In queste settimane di preparazione, anche grazie alla dimestichezza acquisita con l’online in questi anni, non abbiamo resistito all’idea di contattare le famiglie che dovremo presentare per conoscerle meglio prima di incontrarci a Roma in Aula Paolo VI, per condividere con loro l’emozione di essere stati coinvolti, per fare semplicemente quattro chiacchiere.
Sudafrica, Brasile, Canada, Usa e Spagna non ci sono sembrate mai così vicine ma non perché attraverso un collegamento riusciamo a parlarci (si supera facilmente il problema lingua, un po’ più difficile è far quadrare l’ora dell’incontro per i fusi orari), ma perché ci si scopre semplicemente famiglie: famiglie con tanti figli, con pochi figli, separate, accoglienti, con figli disabili, con nonni anziani da accudire; tutte alle prese con le fatiche di ogni giorno ma con quell’Amoris Laetitia che contraddistingue l’essere famiglie, un amore che straripa in impegno pastorale e sociale attraverso movimenti e associazioni, meravigliosamente inconsapevoli di percorrere un cammino di santità.
Cristina Riccardi