In relazione alla segnalazione di casi di epatite acuta severa in bambini del primo decennio di vita, osservati inizialmente in Scozia, riporto i dati finora in nostro possesso nella speranza di far chiarezza sul fenomeno, evitare eccessivi allarmismi e, nel contempo, promuovere una adeguata attenzione alla problematica.
Il 5 aprile 2022, l’OMS è stata informata di 10 casi di epatite acuta grave di eziologia sconosciuta in età pediatrica, precedentemente sani. Nel Regno Unito sono stati identificati, al 23 aprile, in totale, 74 casi con un quadro di epatite acuta, caratterizzata da enzimi epatici marcatamente elevati, spesso con ittero, talvolta preceduto da sintomi gastrointestinali e senza alcun decesso correlato. Dal punto di vista eziologico, sono stati esclusi i virus epatotropi maggiori (A, B, C, E e D). In diversi di questi casi è stata rilevata la presenza di SARS-CoV-2 e/o adenovirus, ma il nesso patogenetico non è stato provato.
Ad oggi, mentre scrivo, non sono stati identificati altri fattori di rischio epidemiologico per tali casi di epatite acuta, compresi i recenti viaggi internazionali.
Nel complesso, l’eziologia di tali casi di epatite è ancora considerata sconosciuta e rimane oggetto di indagine attiva. Sono in corso approfondimenti per chiarire il ruolo di ulteriori agenti infettivi, sostanze chimiche e tossine per i casi identificati. Non c’è inoltre alcuna correlazione tra i suddetti casi di epatite e il vaccino COVID-19. Infatti nessuno dei casi confermati nel Regno Unito è stato vaccinato con tale tipo di vaccino.
Oltre che nel Regno Unito, anche in altre nazioni sarebbero stati osservati alcuni casi di tale epatite acuta, a cui i mezzi di comunicazione stanno dando grande risalto mediatico.
In Italia, i dati sono assolutamente rassicuranti e mostrano come, ad oggi, non ci sia nessun picco di casi di epatite acuta.
