Con l’arrivo della primavera il Creato rinasce, i prati si ammantano di fiori e la campagna sfoggia i suoi tappeti multicolori con i frutti ancora acerbi, che a suo tempo, con la grazia di Dio, ci offrirà. Nel prodigio dei giorni che si susseguono, gli uccelli sono le sentinelle che svegliano l’aurora, lodando Dio con il loro canto per il dono del nuovo giorno.
Questo prologo lievemente poetico è per me necessario per evidenziare uno stato d’animo e lo stacco netto e brusco che la pandemia ha portato nella vita di tutti.
Mi presento: sono Alfredo Benincasa e faccio parte comunità della SS. Annunziata e Santa Maria del Carmine di Angri. Sono diventato, insieme a un gruppo di sorelle e fratelli, alcuni già veterani del servizio, Ministro straordinario della Comunione. Sono uno degli ultimi arrivati e tuttavia ho iniziato questo servizio prima che il virus ci “chiudesse” in casa.
Ultimamente, su consiglio del nostro parroco, don Antonio Mancuso, abbiamo seguito online una nuova formazione. Sei appuntamenti molto interessanti che hanno aggiunto tanto al nostro bagaglio.
Questo per dire quanto il primo lockdown, il più duro, abbia messo veramente alla prova tutti. Con l’arrivo delle restrizioni abbiamo sperimentato la solitudine e il suo opposto; i silenzi e le opportunità che questa nuova situazione ci dava.
Ho constatato che i nostri ammalati hanno sofferto più di tutti, perché il settimanale appuntamento con Gesù che si recava nelle loro case era sospeso a tempo indeterminato. In qualche modo era stata repressa una gioia e, oserei dire, soffocata una speranza. In quel periodo hanno contribuito in modo incisivo e portato tanto benefico le Celebrazioni Eucaristiche, trasmesse in televisione e in diretta Facebook. Ci sono stati contatti telefonici, quelle pur brevi conversazioni ci hanno fortificato nella speranza di rivederci, con l’aiuto di Dio, al più presto.
Dopo oltre due anni di altalenanti stati d’animo e preoccupazioni legittime, il virus ancora circola ma pare abbia perso parecchia della sua forza letale, grazie anche ai vaccini. Le restrizioni non sono più tassative né sanzionabili e la vita pian piano è ripresa.
Il nostro don Antonio Mancuso, aggiornatosi sulle disposizioni che dalla Chiesa Madre fino ai Vescovi, man mano, diventavano più permissive, appena ha potuto, indirizzi alla mano, ha iniziato a riprendere i contatti con i nostri ammalati, poiché per motivi di sicurezza a noi ministri straordinari non era ancora concesso.
Così, come a ciel sereno il mondo sembrava piombato nel buio, allo stesso modo, dopo una lunga “salita” siamo tornati alla gioia del servizio! Rivedere le persone che, dimenticando le loro pene e i loro acciacchi, ti accolgono quasi festanti e pieni di gratitudine, non può che essere una gioia: per loro e per noi.
Alfredo Benincasa
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