Tra le proposte offerte dal Ministero dell’Istruzione ai maturandi che hanno affrontato la prima prova scritta degli Esami di Stato 2022 vi è stato il discorso pronunciato da Giorgio Parisi, il giorno 8 ottobre 2021 alla Camera dei deputati.
Il premio Nobel per la fisica 2022 intervenne al Pre-COP26 Parliamentary Meeting, la riunione dei parlamenti nazionali in vista della COP26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutasi a Glasgow a novembre 2021.
Inutile evidenziarlo: Parisi ha delineato scenari drammatici in merito al cambiamento climatico e all’esaurimento delle risorse energetiche invocando urgenti interventi politici. Nihil sub sole novum.
Il discorso, tuttavia, è particolarmente interessante quando si sposta sulla scienza e il metodo scientifico.
«Anche gli scienziati non sanno tutto – si legge nell’intervento – è un lavoro faticoso durante il quale le conoscenze si accumulano una dopo l’altra e le sacche di incertezza vengono piano piano eliminate. La scienza fa delle previsioni oneste sulle quali si forma gradualmente un consenso scientifico».
E veniamo alla scuola. Nello scorso mese di aprile il Nobel, in un incontro con gli studenti, aveva discusso il ruolo della scienza nella scuola superiore, intervento poi riportato dal Corriere della Sera. Non aveva esitato a definire i programmi ministeriali “vecchiotti”, da cambiare.
«Ci sono diversi modi di presentare la scienza. Bisogna evitare il modo da imbonitori, ma cercare di far capire le cose. Per comprendere la scienza ci vuole tempo: non puoi spiegare in cinque minuti cose apprese in due anni. La scienza usa linguaggi estremamente specializzati, lingue e alfabeti originali. Bisogna fare un grande sforzo di traduzione; e molti non lo fanno».
Ci si chiede se non sia opportuno che il Ministero dell’Istruzione accolga il consiglio di un premio Nobel. Forse, con programmi di studio più moderni, si può guardare a generazioni più “formate” e forse più sensibili alle grandi problematiche ambientali.