È stata un’emozione intensa camminare in quei corridoi, calpestare lo stesso pavimento in marmo che hanno calpestato Santi e papi eccelsi. Il tour organizzato dalla Fisc, la Federazione italiana settimanali cattolici di cui fa parte anche Insieme, al Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo è stato senza dubbio il premio più apprezzato e più esclusivo che poteva capitarmi. Non solo arte, ma anche tante curiosità e una rilassante immersione nel verde.
Il Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, situato sui Colli Albani a 20 km a Sud di Roma, è stato la residenza estiva dei pontefici fino a Benedetto XVI. Fu papa Urbano VIII, nel 1626, a scegliere il borgo come luogo di villeggiatura, facendo ristrutturare il Castello dei Gandolfi, risalente al XIII sec. Il Palazzo, negli anni, ha visto un succedersi di lavori e ristrutturazioni, anche per mano del grande Gian Lorenzo Bernini, ed è stato la meta estiva preferita da san Giovanni Paolo II. Dal 2016, per volontà di papa Francesco, è diventato ufficialmente museo e solo da qualche settimana sono aperti al pubblico, per la prima volta, gli appartamenti privati del papa.
Nella corte all’ingresso del Palazzo si possono ammirare alcune delle papamobili utilizzate nl recente passato, prima di accedere alla grande scala a chiocciola che porta ai piani superiori, fino ad arrivare alla Specola Vaticana, l’osservatorio di astronomico di Città del Vaticano.
La visita alle stanze del Palazzo è un vero e proprio tour nella storia della Chiesa. Nell’ala che affaccia ad Est, verso il lago Albano, sono conservati in perfetto stato sedute papali e abiti di corte dello Stato Pontificio risalenti alla metà dello scorso millennio.
Mentre lungo le pareti si alternano le raffigurazioni artistiche di tutti i Pontefici che sono stati innalzati sullo scranno di Pietro.
Proseguendo il tour sul lato ovest del Palazzo si ha accesso alle “stanze” vere e proprie, posizionate in modo che per accedere alla stanza successiva è necessario attraversare interamente la stanza in cui si trova. In questi ambienti venivano fatte accomodare le persone in attesa di colloquio con il papa. Le stanze da dimensioni molto ampie divengono, man mano che si procede, sempre più piccole. La grandezza della sala determinava l’importanza dell’incontro. Più si procedeva alle stanze più strette, più diveniva “personale” l’udienza con il papa.
La Sala del Concistoro Scrivania di Benedetto XVI con l’immancabile libro bianco con le diocesi di tutto il mondo
La straordinarietà di questa visita è senza dubbio la fortuna di esser riusciti ad entrare nelle stanze private dei Pontefici, aperte per la prima volta al pubblico solo un paio di giorni prima. Abbiamo visto lo scrittoio dove hanno preso forma Lettere, Encicliche, Messaggi al mondo cattolico, a firma di san Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, così come abbiamo avuto la fortuna di visitare la camera da letto e la cappella privata di papa Wojtyla.
Una curiosità: nel corridoio che porta dalle stanze pubbliche a quelle private è esposto un quadro, quello del nostro sant’Alfonso Maria de Liguori.