Onofrio Pepe e Antonio Canova uniti dalla Treccani per la medaglia celebrativa del bicentenario della morte del maggior artista del Neoclassicismo.
La prestigiosa Enciclopedia italiana, con Editalia, ha solennizzato l’anniversario con una “Medaglia dell’Anno”, affidandone la creazione allo scultore di origini nocerine e fiorentino d’adozione e la realizzazione al Laboratorio Picchiani e Barlacchi.
Pepe si è cimentato in una rilettura della celebre scultura Amore e Psiche. «L’intreccio delle braccia e le due figure che si stringono in una spirale sono gli elementi che più hanno stimolato la creatività e l’ispirazione del Maestro Pepe», si legge sul sito della Medaglia dell’anno.
Treccani: Pepe è «Maestro dalla sensibilità affine al Canova»
Nel catalogo che accompagna la raffinata custodia della medaglia si dice che la realizzazione «è stata affidata a un Maestro dalla sensibilità affine al Canova nel modo di accostarsi al mondo classico, rielaborando gli infiniti spunti dell’arte antica con lo spirito di esaltarne l’eterno vigore, l’immutabile energia, l’universale portata etica, estetica, ermeneutica, psicologica».
Le caratteristiche della medaglia
La medaglia disegnata da Onofrio Pepe è in bronzo patinato e lumeggiato sui rilievi, ha un diametro 70 mm e uno spessore variabile di 18 mm circa. Ha tre inserti in oro 18 kt, del peso 8 g circa. È in tiratura limitata a 500 esemplari con numerazione incisa sul bordo.
Sul dritto della medaglia è rappresentato «il volo di Eros, con le ali ancora spiegate mentre si avventa sull’amante, muove tutta la superficie del dritto con il suo rilievo insistito». Mentre «le fiamme del Fuoco amoroso e il turbinio del volo della Farfalla dell’anima, speculari allegorie di Amore e Psiche come ci suggerisce la legenda sul bordo della medaglia, agitano il rovescio».
Antonio Canova
Antonio Canova, la sua vicenda umana e la sua attività artistica hanno goduto di rispetto e considerazione assai rari nella storia. Il Maestro di Possagno fu il maggior artista del Neoclassicismo, il movimento artistico europeo che nel Settecento fece dell’arte antica la sua stella polare.
Tra le sue opere immortali, oltre Amore e Psiche, ci sono: le Tre Grazie, Paolina Borghese, Ebe. Il suo ruolo fu fondamentale nella restituzione all’Italia delle opere d’arte trafugate da Napoleone con il Trattato di Tolentino.
Onofrio Pepe
Onofrio Pepe è tra i maggiori scultori contemporanei europei, talento di cui l’Agro nocerino sarnese deve andare fiero. Da quasi mezzo secolo ha la bottega d’arte in San Frediano, a Firenze, ed ha esposto per il mondo fino al lontano Santiago del Cile. Ha lasciato opere all’Istituto Universitario Europeo, ha realizzato la “Porta del Mito” per la nuova sede della Cassa di Risparmio fiorentina. È sua la mostra “Viaggio celeste e terrestre” nel nuovo Museo dell’Opera del Duomo.
Nel 2002 ha realizzato la mostra “Il mito di Europa” nel chiostro della Badia Fiesolana. Due opere di Pepe hanno fatto parte della mostra “Il tesoro d’Italia” all’EXPO di Milano.
Divinitas
Da maggio 13 sue opere, 12 stele e una Deposizione, sono esposte nel Battistero paleocristiano di Santa Maria Maggiore in Nocera Superiore. Si tratta della mostra “Divinitas” promossa in occasione del Maggio diocesano della cultura. Le opere possono essere ammirate ancora per pochi giorni, la mostra chiuderà a fine settembre.
Dal 2002 è accademico d’onore della prestigiosa Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. «L’artista – spiegano da Treccani – ha sviluppato una poetica ispirata alla classicità e i suoi soggetti sono volti ad esaltare la perennità delle forme e dei significati dell’arte antica. I miti del mondo greco e latino sono la sua fonte di ispirazione quasi esclusiva, per la universalità delle questioni e delle risposte che hanno dato a tanti aspetti della vita».
Enciclopedia italiana ed Editalia non potevano scegliere meglio. Come scrive Francesco Gurrieri su La Nazione, «Onofrio Pepe onora la “Classe di Scultura” della nostra Accademia delle Arti del Disegno».
Salvatore D’Angelo